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Contratto nazionale del Commercio, a quanto ammontano gli aumenti in busta paga?

Rinnovo del contratto nazionale del Commercio: a quanto ammontano gli aumenti medi in busta paga? Il rincaro medio è di almeno 150 euro lordi al mese e vede coinvolti oltre 3 milioni di addetti del settore terziario, della distribuzione e dei servizi.

Contratto Commercio, a quanto ammontano gli aumenti in busta paga?

Si va verso un aumento medio di almeno 150 euro lordi al mese per oltre 3 milioni di addetti del settore terziario, della distribuzione e dei servizi. Ma anche l’aggiornamento delle figure professionali e dei loro livelli di reddito e un intervento sul welfare aziendale. Sono questi i punti su cui avrebbero trovato un accordo i sindacati e Confcommercio per il rinnovo del contratto nazionale del Commercio.

Combattere il caro-vita

Il contratto è scaduto quasi quattro anni fa, a fine 2019, e a dicembre dello scorso anno le parti si erano impegnate a chiudere il rinnovo entro giugno. Ora il termine è slittato, ma la volontà di tutti è accelerare per chiudere entro l’estate e far scattare gli aumenti il prima possibile.

Con questo verrebbe riconosciuto gradualmente ai lavoratori, su 13 o forse 14 mensilità, quasi il 60% dell’aumeno del costo della vita nel 2022. L’aumento nelle buste paghe significherebbe far salire gli stipendi di ogni lavoratore in media di 250 euro lordi al mese. Un costo troppo alto per le tante piccole e medie imprese.

Un accordo temporaneo, intanto, è stato trovato lo scorso dicembre tra sindacati e datori di lavoro che ha fatto scattare in busta paga un “acconto” da circa 30 euro lordi al mese. Questi soldi verrebbero detratti dai 150 euro finali, con l’ulteriore aumento da 110 euro che potrebbe scattare in due tranche entro il 2024.

A chi è rivolto

Quanto alle figure professionali, nell’attuale contratto ne sono presenti 54, per sette libelli retributivi e di mansioni. Filcams, Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs-Uil vorrebbero estenderlo a tutti i profili connessi al commercio sul web e agli addetti dei servizi in appalto (ad esempio per le pulizie o la sistemazione degli scaffali nei supermercati).

Non solo, si chiede di inserire anche i blogger online che pubblicizzano a pagamento i prodotti commerciali.

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