Coronavirus, il caldo e la primavera potrebbero salvarci: l’opinione di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Coronavirus, il caldo e la primavera ci aiuteranno
Secondo Rezza il virus rimarrà in circolazione ancora per mesi, ma per fortuna il focolaio principale è circoscritto e i nuovi casi sono quasi tutti riconducibili all’epicentro dell’epidemia nel Lodigiano e ai due focolai più piccoli in Veneto. Purtroppo, sempre secondo l’esperto, i casi sono destinati ad aumentare fino a quando le misure adottate non faranno effetto.
I pazienti a rischio
Per fortuna i pazienti a rischio sono gli stessi dell’influenza comune, ovvero gli over 65. I bambini sembrano resistenti, mentre i giovani che lo contraggono sono in buone condizioni. I pazienti più a rischio sono gli anziani e i dializzati, o ancora le persone con patologie pregresse, come scompensi cardiaci o insuffienza respiratoria.
Il virus in continua mutazione
Gli esperti hanno riscontrato due mutazioni importanti rispetto alla Sars del 2003, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha escluso cambiamenti importanti nel suo genoma. La differenza con la Sars è che questo virus si trasmette più velocemente, ma la prossima settimana dovremmo avere i primi genomi del “ceppo italiano” del coronavirus e sapremo se e quanto si è evoluto rispetto a quello cinese.
Il caldo
In nazioni popolose, con legami intensi con la Cina, come Indonesia, India, Thailandia, Bangladesh e Africa non sono stati risco trati casi, come è possibile? Si pensa che sia proprio il caldo il nemico del virus, e che, probabilmente, l’imminente arrivo della primavera possa essere un aiuto per sconfiggere l’epidemia.
L’attesa
La prossima settimana sarà decisiva: molti malati guariranno e sarà possibile di capire se i nuovi contagi proseguiranno.