Coronavirus, gialla, arancione o rossa? La Campania è osservata speciale: oggi arriva la decisione. I dati epidemiologici aggiornati sono stati certificati e analizzati ieri dal Comitato tecnico scientifico che affianca il ministero della Salute.
Coronavirus Campania: ipotesi Napoli e Caserta zone rosse
Come riporta “Il Mattino”, il meccanismo automatico di valutazione richiede un supplemento d’indagine. Il prospetto dei 21 indicatori, tra cui il famigerato indice Rt che misura la proliferazione dei focolai, non è sufficiente a sciogliere la prognosi e che la regione resti in zona gialla è a questo punto l’ipotesi meno probabile.
La telefonata da palazzo Santa Lucia
Lo stesso discorso vale per altre quattro o cinque regioni finite sotto i riflettori del ministero destinatarie dello stesso supplemento di rivalutazione. Dopo la telefonata partita ieri da palazzo Santa Lucia, con cui De Luca ha contattato il ministro della Salute Roberto Speranza, reclamando un confronto immediato e pubblico sui dati della Campania e rivendicando la bassa mortalità a fronte di anti numeri di casi, i tecnici di Ministero e Regione hanno iniziato a lavorare a stretto contatto di gomito sin da ieri sera. Una task force che oggi continuerà a ricalcolare con maggior dettaglio i parametri fissati per verificare la portata del rischio.
I Pronto Soccorso
Basti pensare alla necessità di tende della Croce rossa per alleggerire il lavoro al pronto soccorso del Cardarelli o di quelle sistemate al Frullone per i tamponi e necessarie a liberare personale dirottato a funzioni di cure a domicilio con le Usca. Un modo anche per toccare con mano le lunghe file di malati in triage nei pronto soccorso dove i tempi si allungando quando arrivano contemporaneamente decine di sospetti.
Fonti del Ministero
“Un lavoro non per correggere qualcosa di scorretto – chiariscono fonti del ministero – ma per valutare più accuratamente i parametri i rischio”. Questo avviene quando il sistema sanitario raggiunge il limite delle sue capacità. Gli scenari alternativi al giallo? Sono due: il passaggio in area arancione oppure al giallo associato al rosso ma limitato alle province di Napoli e Caserta da tempo inserite dallo stesso ministero tra quelle osservate speciali.
I posti letto
Non c’è dunque un caso Campania, ma un’emergenza Covid nelle regioni che, come la Campania, scontano una dinamica esponenziale, piega che il virus ha presto in tutta Europa. Uno degli elementi salienti, di cui si terrà conto, è la distinzione tra posti letto disponibili e attuabili che, anche per le terapie intensive, registrerebbe un peggioramento non tanto per il profilo di crescita dei numeri quanto per il meccanismo di progressiva, seppure lenta, saturazione.
I numeri
A leggere in numeri dal 25 ottobre il trend epidemico segna una crescita dei nuovi positivi – perlopiù asintomatici – e l’incremento significativo dell’ospedalizzazione in area medica e in intensiva. Attualmente la Campania ha occupati 1.817 posti letto Covid a fronte di 3.160 disponibili per un tasso di occupazione del 57,5 per cento, ben oltre la soglia del 40.
Così per le terapie intensive con 186 posti occupati a fronte di 590 disponibili (nell’intera rete assistenziale) e un tasso di occupazione del 31,5 supera la soglia del 30 per cento fisata dagli indicatori ministeriali. Anche per i tamponi i contagi che emergono da casi sospetti, più difficili da contenere e tracciare, sono il 97% contro il 3 per cento dei casi emersi da screening che vengono tempestivamente fermati nella diffusione e in alcune città dell’area di Napoli e Caserta la percentuale di positivi ai test ha raggiunto il 25 per cento (uno su quattro).
Fonte: Il Mattino