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Coronavirus, la lettera degli studenti universitari a Conte: “Noi dimenticati, siamo preoccupati”

L’emergenza coronavirus in Italia ha coinvolto, inevitabilmente, anche gli studenti universitari. Tante le preoccupazioni e le incertezze per il futuro. Ecco la lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Coronavirus, la lettera degli studenti universitari a Conte

“Caro Presidente Giuseppe Conte, siamo gli studenti e le studentesse delle Università italiane, che da mesi vivono sulla propria pelle gli effetti dell’Emergenza “Covid-19” e delle misure adottate da Governo e Regioni. Le scriviamo perché, come milioni di cittadini e cittadine, da settimane assistiamo costantemente al dibattito politico che si sta sviluppando attorno all’emergenza, alle decisioni prese nei decreti, alle Sue conferenze stampa in cui parla al Paese.

Ci dispiace notare che, fin dall’inizio della pandemia, ben poche parole sono state spese per l’Università, per la condizione di centinaia di migliaia di studenti e delle loro famiglie, per i lavoratori e le lavoratrici dei nostri atenei: le ultime rate delle tasse universitarie da pagare, gli affitti delle case per i fuorisede, l’incertezza di non riuscire a ottenere la borsa di studio o di non poter proseguire la nostra carriera il prossimo anno sono pesi che gravano come macigni sulle spalle di molti e molte di noi.

Ci rivolgiamo a lei anche come docente, perché sa fin troppo bene che il nostro sistema universitario versa in una grave situazione, vessato da oltre dieci anni di tagli, privatizzazioni e carenza di finanziamenti, e che il nostro Paese ha un numero estremamente basso di laureati, con ulteriori evidenti disuguaglianze tra le diverse aree geografiche.
La situazione che si profila all’orizzonte, nei prossimi mesi, ci preoccupa fortemente.

Non solo per un futuro che sembra sempre più precario e incerto, ma perché già dal prossimo anno accademico decine di migliaia di noi saranno costretti ad abbandonare gli studi, smettendo di inseguire i propri sogni, le proprie aspirazioni e i propri progetti di vita.
Ma ci rivolgiamo a Lei soprattutto come Presidente del Consiglio, affinché il Governo riconosca che il finanziamento dell’Università e della Ricerca e l’abbattimento delle barriere economiche all’accesso per permettere a tutte e tutti di studiare, sono gli strumenti più importanti per far ripartire il Paese dopo l’epidemia.

Dopo la crisi del 2008, la Germania decise di abolire le tasse universitarie, considerando l’istruzione e la ricerca come mezzi fondamentali per l’uscita dalla crisi. In questo momento chiediamo al Governo che abbia il coraggio di riconoscere l’importanza dell’Università pubblica come settore strategico e prioritario, garantendo l’accesso a tutte e tutti e finanziando adeguatamente il sistema universitario del nostro Paese.
Caro Professore, andrà tutto bene se non ripeteremo gli errori del passato, se avremo la capacità di mettere al centro i diritti delle persone, se migliaia di studenti e giovani laureati non saranno costretti a lasciare questo Paese, e se si permetterà a tutte e tutti di avere le stesse possibilità, eliminando ogni forma di disuguaglianza e ingiustizia sociale. Noi certamente non mancheremo di fare la nostra parte affinché ciò accada, e lei?
Gli studenti e le studentesse universitarie”.


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