Coronavirus, Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, critico verso l’ipotesi di prolungare lo stato di emergenza in Italia “Non capisco perché siamo ancora in stato d’emergenza”.
Coronavirus, l’infettivologo Matteo Bassetti critica lo stato di emergenza
Il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, ospite alla trasmissione “L’aria che tira ” su La7, ha avuto parole dure nei confronti dell’ipotesi di estendere lo stato di emergenza nel nostro Paese fino alla fine dell’anno
Dall’estero i colleghi mi chiedono come mai siamo ancora in stato d’emergenza e io ho difficoltà a dare una spiegazione. Dalla prossima settimana nessuno dei Paesi europei sarà in stato d’emergenza perché è evidente il Covid 19 ha rappresentato un’emergenza sanitaria soprattutto per il sistema ospedaliero, oggi quegli stessi reparti però sono vuoti e speriamo rimarranno vuoti a lungo. Ora è arrivato il momento di lodarci e di dire lo sforzo che l’Italia ha fatto. Il mondo ci guarda e ci invidia, abbiamo un numero di terapie intensive che è una potenza, superiore a quella di ogni altro Paese, sono stati assunti medici e infermieri, si è lavorato sulle residenze per anziani, sulla medicina territoriale e sui dispositivi di protezione.
L’emergenza non è finita
Bassetti è solo l’ultimo degli “esperti”, e dei rappresentanti della politica (Salvini in prima linea), che si dicono contrari all’ipotesi proposta da Conte. I politici sono preoccupati per il fatto che l’esecutivo possa mantenere il suo “potere assoluto”, con una specie di colpo di stato occulto. E pensano che l’emergenza sia finita.
Messaggi sbagliati
Fu proprio per questo tipo di superficialità che, all’inizio, tutti sottovalutarono l’emergenza, trasmettendo questo senso di invincibilità ai cittadini, che recepivano questi messaggi e credevano che si trattasse solo di una influenza stagionale un po’ più aggressiva. Il tempo poi ha dimostrato quanto si sbagliavano.
Mesi duri all’orizzonte
Ma evidentemente i mesi passati non hanno insegnato nulla, e i media danno ancora voce a pseudo esperti, che manipolano facilmente l’opinione pubblica con proclami come questo, che rischiano di inculcare nella popolazione un senso di sicurezza decisamente prematuro, considerando l’andamento dell’epidemia in Italia e nel mondo, e considerando che ci aspettano ancora mesi molto duri.
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