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Coronavirus, datore di lavoro rischia di incorrere in responsabilità penali in caso di contagio di un dipendente

Coronavirus, datore di lavoro rischia di incorrere nella responsabilità penale in caso di contagio di un dipendente: i reati ipotizzati sarebbero quello di lesioni personali gravi o gravissime (art. 590 c.p.) o di omicidio colposo (589 c.p.), aggravati dalla violazione delle norme antinfortunistiche, qualora non siano state adottate le misure necessarie a prevenire il rischio di contagio dei lavoratori, causando la malattia o la morte del lavoratore.

Coronavirus, responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio

In queste ipotesi dovrebbe essere dimostrato in ogni caso che il contagio sia avvenuto nell’ambiente di lavoro, e non, ad esempio, presso il proprio domicilio o, ancora, nell’ambito della propria vita privata o sociale, e a causa della mancata adozione delle misure di prevenzione da parte del datore di lavoro.

Gli obblighi del datore di lavoro

A questo proposito, la colpa specifica del datore di lavoro potrebbe essere individuata nella mancata osservanza delle disposizioni del D. Lgs. 81/08 e, in particolare, dell’art. 18 che, tra gli altri, pone a carico del datore di lavoro l’obbligo di:

Cosa dice la legge

La colpa specifica potrebbe essere individuata anche in caso di omessa o insufficiente vigilanza sanitaria (art. 41 D. Lgs. 81/08), o in relazione alla violazione dell’obbligo di effettuare la valutazione dei rischi (art. 17 D. Lgs. 81/08) e, in particolare, della valutazione del rischio biologico (art. 271 D. Lgs. 81/08).

Accesso di terze persone

Per regolare e disciplinare l’accesso da parte dei terzi (es. fornitori, appaltatori) ai luoghi di lavoro, il datore di lavoro dovrà adottare ulteriori misure nei confronti dei soggetti terzi, quali la richiesta di autocertificare l’adozione di misure di prevenzione o la stretta regolamentazione degli accessi presso i siti della società.

Sanzioni e responsabilità penale

Inoltre, poiché in astratto i reati di lesioni gravi/gravissime o omicidio colposo costituiscono reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ex D. Lgs. 231/2001, potrebbe essere contestata alla Società la responsabilità amministrativa degli enti in relazione all’art. 25 septies D. Lgs. 231/2001 con la possibilità di applicare all’ente, in caso di condanna, sanzioni pecuniarie che, in caso di omicidio colposo, possono arrivare fino a 1,5 milioni di Euro e interdittive (es. interdizione dall’esercizio dell’attività, sospensione/revoca autorizzazioni, esclusione agevolazioni ecc.).

Cosa deve chiedere il dipendente?

Il dipendente, prima di rientrare in servizio, potrà richiedere di fornire tutte le informazioni più opportune volte a verificare:


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