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Coronavirus, l’epidemiologa: in Italia picco a metà aprile

Il picco dei contagi da coronavirus non è dietro l’angolo. Lo riporta l’Ansa, citando il modello sviluppato per la pandemia influenzale del 2009 e applicato alla Covid-19 da Stefania Salmaso. Ossia, l’epidemiologa che allora era a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Coronavirus, picco a metà aprile

Di conseguenza, le misure di contenimento contro il coronavirus potrebbero durare a lungo.

Secondo una prima previsione, ovviamente teorica, potrebbe arrivare a metà aprile in Lombardia, con ondate successive nelle altre regioni.

“È utile rileggere tutto il lavoro fatto per la pandemia del 2009 in modo da capire meglio la situazione attuale: è come apprendere una lezione dal passato” spiega Salmaso all’Ansa.

L’epidemiologa condivide “la riluttanza delle autorità nel fare previsioni sul picco dell’epidemia da coronavirus, ma credo che i numeri del contagio aggiornati quotidianamente non bastino a fornirci uno scenario di evoluzione”.

“I cittadini devono cambiare stile di vita”

La Salmaso poi sottolinea che “i cittadini  devono sapere che non si tratta di cambiare il proprio stile di vita solo per una o due settimane: probabilmente le misure di contenimento dovranno essere mantenute a lungo”. Il picco, infatti potrebbe “essere atteso verso la metà di aprile in Lombardia, con successive ondate nelle altre Regioni”.

“Se guardiamo la situazione di Covid-19 in Lombardia, i primi casi sono del 21 febbraio, per cui si risale facilmente a metà gennaio come data di prima introduzione del virus. Considerando che ogni persona con coronavirus ne infetta in media 2,6, nel modello i tempi si accorciano in modo proporzionale, collocando una verosimile data di introduzione verso la fine del mese di gennaio”.

Le misure del governo

E sulle misure adottate dal governo, “speriamo che possano rallentare la curva epidemica nel resto del Paese, mentre è più difficile prevedere l’impatto all’interno delle zone rosse. Anche perché ci sono ancora molte incognite relative ai parametri biologici del virus”.

Comunque i dati che arrivano dalla Cina sono incoraggianti: “L’isolamento prolungato per settimane di oltre 60 milioni di persone sembra aver ridotto l’indice di contagiosità sotto il valore soglia oltre il quale l’epidemia si estingue”.

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