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Coronavirus, errori nei test: c’è chi torna positivo dopo 2 tamponi negativi

Nell’attesa di vedere una riduzione ancora più marcata dei numeri del coronavirus in Italia, diverse Regioni si stanno attrezzando con i test sierologici, più rapidi del tampone tradizionale. Danno risultati in un’ora, anziché in 24, e sono in grado di capire se l’organismo ha sviluppato anticorpi contro il virus. Lo screening riguarderà 200mila persone. Sui tamponi resta una grande incognita, legata ad un margine di errore. C’è chi torna positivo dopo due tamponi negativi.

Coronavirus, errori nei temponi

La prima donna contagiata a Roma sembrava guarita, dopo due risultati negativi consecutivi. Invece, dopo un nuovo test, è tornata positiva. Secondo Rezza dell’Iss, «c’è incertezza ed è bene ammetterlo, i casi di ritorno dell’infezione sono eccezionali. Non sappiamo se chi resta a lungo positivo è ancora contagioso e quanto».

«Sarebbe utile effettuare un tampone di richiamo», dice Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e virologo del Policlinico Tor Vergata di Roma. «Questo virus ha una lunga presenza all’interno dell’orofaringe. E nel nostro ospedale abbiamo notato che il tampone è molto operatore-dipendente. Ci sono operatori che hanno in gran parte risposte positive dai pazienti, altri che ne hanno in batteria di negative.



L’esecuzione richiede un certo expertise. Se fatto male, il tampone può dare esito negativo. Sappiamo poi che a volte quando sembra che il virus non è più replicante, invece riprende a moltiplicarsi». Non è una discussione tra scienziati. «Si rischia di dichiarare guarito chi non lo è».

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