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Coronavirus: in Italia è troppo presto per la Fase 2? Lo studio cinese

È troppo presto per la Fase 2 in Italia? Secondo uno studio condotto dall’ospedale generale cinese di Pechino (PLA) l’Italia non sarebbe pronta e rischierebbe di andare incontro ad una nuova ondata di contagio. Il team cinese ha cercato di capire perché in Italia ci sono stati così tanti morti e contagiati dal nuovo Coronavirus. Una delle possibile cause di tutto questo, secondo i risultati della ricerca – pubblicati sulla rivista Frontiers in Medicine -, sarebbero legati ai diversi interventi governativi che dovevano essere più tempestivi e mirati.

Coronavirus, Italia è pronta per la fase 2?

Sebbene le due zone (provincia di Hunan e Italia) abbiano una popolazione simile, di circa 60-70 milioni di persone – spiegano i ricercatori – la diffusione del virus è avvenuta in maniera nettamente diversa. La penisola italiana si colloca al terzo posto tra le aree più colpite e in quanto al numero di decessi è seconda solo agli Stati Uniti. Mentre a Hunan sono stati confermati poco più di mille casi”, secondo il Coronavirus Resource Center dell’Università Johns Hopkins. Il motivo? Le differenze governative territoriali.

Già dalla metà di aprile i dubbi sulla ripartenza erano molti: all’inizio della fase 2, però, pare che la situazione (almeno per il primo giorno) sia stata sostenibile. Quello che mette in luce uno studio cinese è che non siamo pronti per ripartire, perché il nostro numero di contagi e morti si è collocato tra i primi posti nel mondo e ancora stenta a calare.

Coronavirus: la disparità tra Cina e Italia

Secondo il modello esteso Sir – hanno spiegato i ricercatori cinesi -, a Hunan dovrebbero essere 3.369 i casi totali, e i contagi a zero sarebbero avvenuti il 3 marzo. In Italia, invece, sarebbero circa 182.051 le infezioni attese, con una data di fine epidemia intorno al 6 agosto.”

I motivi di queste disparità sono legati in primo luogo alla “mancata tempestività nell’attuazione delle misure di prevenzione in Italia“, ma non solo. “Il Governo italiano ha annunciato che le misure di quarantena saranno allentate dal 4 maggio, ben tre mesi prima di quanto consiglia il modello Sir. Siamo convinti che sia troppo presto”, ha dichiarato Jia. esiste infatti la concreta possibilità che si verifichi una seconda ondata pandemica.

Ovviamente – concludono i ricercatori – ci sono dei limiti nel nostro studio: anzitutto dato il numero limitato di test, il numero di contagi in Italia potrebbe essere superiore a quello ufficiale. Inoltre il modello non tiene conto del periodo di incubazione della malattia, il che potrebbe renderlo meno accurato”.


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