La strage silenziosa degli anziani nelle Rsa parla di oltre 6mila decessi da fabbraio, e il 40% di queste morti è stata causata dal coronavirus. Una fotografia impietosa e triste quella che emerge dal report dell’Istituto Superiore di Sanità, che parla di negligenze da parte degli enti locali, che giocano a scaricabarile per pulirsi la coscienza in vista della riapertura. Il Governatore Fontana respinge ogni accusa e parla di corretta procedura nella gestione dei pazienti, ma i numeri e le testimonianze lo sconfessano.
Coronavirus, Lombardia: Fontana e la strage di anziani nelle Rsa
Secondo il resoconto dell’ISS, in circa mille Rsa italiane dal primo febbraio ad oggi ci sono stati 2724 decessi dovuti al coronavirus, oltre 300 di queste morti sono state collegate all’epidemia, mentre la maggior parte presentava sintomi riconducibili al covid, ma senza aver effettuato tampone che ne accertasse la positività.
La situazione
In totale gli anziani morti nelle Rsa sono stati 6773, di questi in Lombardia ce ne sono stati 1625 su 266 Rsa analizzate (su 700 totali presenti sul territorio).
I dati
Secondo i dati la maggior parte dei decessi osservati nello studio (il 43% in Lombardia) si concentra a marzo, in particolar modo nelle ultime 2 settimane.
Le strutture in Italia
Le strutture analizzate in Emilia sono 114, in Veneto 142, in Piemonte 135, in Toscana 156, ma il dato più scioccante arriva dalla Lombardia, dove i decessi per covid, o per sintomi ad esso collegati, sono stati il 53,4% del totale dei decessi (in tutto 3045) e il 6,7% degli ospiti di queste strutture.
Scaricabarile
Fontana, dal canto suo, ha immediatamente messo le mani avanti scaricando la colpa sull’Agenzia di Tutela Salute della Lombardia che, secondo il governatore, avrebe avuto la reponsabilità della gestione dei pazienti covid nelle Rsa, e che dunque la Regione si sarebbe limitata a seguire solo delle indicazioni.
Costi elevatissimi
Eppure le rette mensili per ogni ospite sono astronomiche, fino a 4mila euro al mese. Ieri a La Vita in Diretta, il parente di un’anziana ospite del Pio Albergo Trivulzio, deceduta a causa del covid, prima di patologie pregresse, ha affermato che ogni mese la pigione versata all’istituto era di 2600 euro.