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Coronavirus, i tempi tra l’esposizione e i primi sintomi arrivano fino a 3 settimane: lo afferma il Ministero della Salute

Coronavirus, i tempi di incubazione, ovvero lo spazio tra l’esposizione e i primi sintomi, arrivano fino a 3 settimane: lo afferma il Ministero della Salute, nel report sull’andamento dell’epidemia in Italia con i dati dal 3 al 9 agosto.

Coronavirus, Ministero della Salute: tempi di incubazione fino a 3 settimane

“Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, sebbene non in una situazione critica, continua a mostrare segnali di attenzione: l’incidenza cumulativa (dati flusso ISS) negli ultimi 14 gg (periodo 27/7-9/8) è stata di 7.29 per 100 000 abitanti”, si legge nel report.

La situazione a livello nazionale

A livello nazionale, si osserva nuovamente un aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rispetto alla settimana di monitoraggio precedente. L’aumento è soprattutto in persone asintomatiche. L’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici riferito al periodo 23 luglio – 5 agosto 2020, è pari a 0.96 (0.75 – 1.2).Questo indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutualmente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane.

L’età si abbassa

L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è ormai intorno ai 40 anni; questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane, in parte ad un aumento tra i casi importati e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening e ricerca dei contatti in fasce di età più basse.Questo comporta un rischio più basso nel breve periodo di un possibile sovraccarico dei servizi sanitari.

Le regioni

In tutte le Regioni/PPAA, anche in questa settimana di monitoraggio, sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2. Nella settimana di monitoraggio il 36% dei nuovi casi diagnosticato in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 28% nell’ambito di attività di contact tracing. I rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (32,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (3,8%). Quindi, circa 2/3 dei nuovi casi sono stati diagnosticati grazie alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti.

Casi dall’estero

In quasi tutte le Regioni/PPAA sono stati diagnosticati nella settimana di monitoraggio nuovi casi di infezione importati da altra Regione e/o da Stato Estero. Oltre ai focolai attribuibili alla reimportazione dell’infezione, vengono segnalati sul territorio nazionale alcune piccole catene di trasmissione di cui rimane non nota l’origine. Questo conferma come in Italia l’epidemia di COVID-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica rimanga estremamente fluida e a rischio di peggioramento.

Casi aumentati in 10 regioni

Dieci Regioni/PPAA hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente (flusso ISS) che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati. Va tuttavia precisato che in alcune di queste Regioni/PPAA, seppure in aumento, il numero complessivo dei nuovi casi diagnosticati è basso (inferiore a 10 casi diagnosticati a settimana o con incidenza settimanale inferiore a 1/100.000). In nessuna delle Regioni/PPAA sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono prontamente identificati ed indagati.

I focolai

Nella settimana di monitoraggio sono stati riportati complessivamente 925 focolai attivi di cui 225 nuovi, entrambi in aumento per la seconda settimana consecutiva. Questo comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt pari o inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni/PPAA.

Il sistema sanitario regge

Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni/PPAA in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. Si osservano, pertanto, negli ultimi 14 giorni stime medie pari o superiori ad 1 in nove Regioni dove si sono verificati nelle ultime 3 settimane recenti focolai ma senza comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali. In alcune realtà regionali, anche se i casi sono diminuiti, continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante.


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