Coronavirus, la fase 2 cambierà anche le vacanze in estate: come saranno? La certezza è che si vivrà, a tutti gli effetti, un’estate 2020 anomala e senza precedenti. Le abitudini mondiali saranno completamente stravolte, senza escludere la possibilità che in tantissimi, ad agosto, saranno costretti a lavorare per far ripartire l’economia dopo alcuni mesi di stop assoluto. La fase 2 è ancora al vaglio del Governo Conte e della task force diretta da Colao: bisognerà capire quando e come ci si potrà spostare dalla Regione in cui ci si trova e, inoltre, evidenziare quali saranno i possibili spostamenti in base alle fasce d’età. Difatti, attualmente potrebbero essere limitati i movimenti degli over 70 e degli under 18. Dunque, come saranno le vacanze estive durante la fase 2 da coronavirus?
Coronavirus e vacanze in fase 2
Anzitutto, le vacanze low-cost durante la fase 2 da coronavirus saranno un vecchio ricordo. Per quanto concerne i voli aerei, infatti, difficile immaginare che compagnie come Ryanair o Easy-Jet possano continuare a sostenere tariffe bassissime. Il motivo è presto detto: per rispettare il distanziamento sociale tra i passeggeri bisognerà ridurre il numero di occupanti a bordo di un velivolo; ciò comporterà una riduzione della clientela e un conseguente rialzo dei prezzi. Così, le vacanze durante la fase 2 non potranno prevedere spostamenti con voli aerei (all’interno della propria Nazione) a prezzi stracciati, come si era abituati fino al mese di febbraio.
Per spostarsi, anche durante la fase 2, sarà necessaria l’autocertificazione: bisognerà indicare la data di partenza e di arrivo, il luogo di destinazione, il motivo del viaggio. Inoltre, le compagnie di volo hanno già elaborato un piano per evitare l’accalcarsi all’interno degli aeroporti: tutti dovranno effettuare il check-in online e potranno, a scaglioni, consegnare i bagagli da stiva (ma un membro per famiglia).
Vacanze nella propria Regione durante la fase 2
Come cambieranno le vacanze in spiaggia durante la fase 2? È quello che si chiedono in tantissimi: i primi a esser preoccupati sono i gestori di tutte quelle strutture adatte alla sola stagione estiva.
Il danno economico, per loro, rischia di essere altissimo essendo costretti a dover saltare un’intera stagione di lavoro. L’esempio è per i lidi, ristoranti o discoteche all’aperto. Tutte attività ricettive che dovranno fare i conti con le misure di restrizione della fase 2 da coronavirus. Inoltre, continua a restare al vaglio degli esperti la possibilità di installare dei plexiglass in spiaggia per poter consentire il distanziamento tra i vari ombrelloni.
Senza dimenticare che c’è chi sta sollevando la questione ‘bagno al mare’: come si farà a rispettare il distanziamento in acqua? Un’ipotesi delle ultime ore è la possibilità di introdurre il numero chiuso all’interno degli stabilimenti balneari. Potrebbe essere un buon compromesso per gli imprenditori che, però, si vedrebbero costretti ad alzare le tariffe nei confronti dei clienti. Quest’ultimi, inoltre, potrebbero recarsi anche in spiagge libere: come controllarli? Infine, sembra chiara una cosa: le vacanze estive si faranno solo nella propria Regione.