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Il Coronavirus si è diffuso a settembre e non da Wuhan: tre varianti di un maxistudio Britannico

Emergenza Coronavirus, uno studio del genetista Peter Forster dell’Università di Cambridge pubblicato dalla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, apre nuovi scenari sulla pandemia. Il Covid-19 si è diffuso a settembre con tre varianti, ed è nato in una regione del Sud della Cina, non a Wuhan. Lo studio, non ancora certificato dalla comunità scientifica, è stato effettuato solo su 160 ceppi isolati.

Il Coronavirus si è diffuso a settembre e non da Wuhan

Il Coronavirus mentre incontrava le resistenze del sistema immunitario umano, è mutato, molto velocemente, tanto che per cercare di “inseguire” la sua corsa folle gli scienziati hanno studiato la mutazione dei geni del virus e usato un algoritmo matematico che mostra diversi scenari.

Il luogo della nascita

“La diffusione del virus è partita più verosimilmente nel sud della Cina e non a Wuhan, ma le prove possono arrivare soltanto dall’analisi di ulterioripipistrelliha detto Forsteral South China Morning Post. E ha aggiunto: “Il virus potrebbe essere mutato nella sua forma finale mesi fa, ma è rimasto all’interno di un pipistrello o di un altro animale o addirittura degli uomini per diversi mesi senza infettare altre persone“.

La data della diffusione

Secondo i ricercatori l’epidemia è iniziata tra il 13 settembre e il 7 dicembre. Un bel salto nel tempo quindi considerando che il primo caso noto di coronavirus è stato riportato il 17 novembre, quando a un 55enne della provincia di Hubei vicino a Wuhan è stato diagnosticato il Covid-19.

Tre varianti

Ci sarebbero inoltre tre ceppi del virus: A, B, C. La maggior parte dei ceppi campionati negli Stati Uniti e in Australia erano geneticamente più vicini a un virus proveniente da pipistrello rispetto a quelli dell’Asia orientale, mentre il principale tipo europeo di virus sembra derivare da una variante di quello dell’Asia orientale.

In realtà in Cina e anche a Wuhan da dove è ufficialmente partita la pandemia era più diffuso il virus del ceppo B, in circolazione fino alla vigilia di Natale. Nel Guangdong, a circa 500 miglia da Wuhan, sette degli 11 campioni trovati nei pazienti erano di tipo A. Il tipo C invece era un derivato del tipo B e si è diffuso in Europa.

Il “salto”

Il virus sarebbe mutato anche perché dai pipistrelli è passato all’uomo attraverso i pangolini, dei piccoli mammiferi che mangiano formiche le cui squame sono molto apprezzate nella medicina tradizionale cinese. Si tratta in realtà soltanto di ipotesi. Gli scienziati non sanno ancora bene come il virus abbia fatto il “salto” dal pipistrello all’uomo.

Implicazioni politiche

L’origine del coronavirus ovviamente è diventata una questione politica di importanza internazionale: da una parte Donald Trump parla di “virsu cinese“, dall’altra Pechino sostiene la tesi secondo cui il coronavirus è stato portato in Cina dall’esercito americano.

Il futuro

Ora i ricercatori hanno deciso di estendere l’analisi a oltre mille campioni per avere maggiori prove a sostegno delle nuove tesi sulla nascita e la diffusione del coronavirus.


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Il sito del Ministero della Salute

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