Economia

Cos’è e come funziona il bonus Draghi: chi riceverà 600 euro in più in busta paga

Cos’è e come funziona il bonus Draghi che prevede 600 euro in più in busta paga? Il governo Draghi, con l’articolo 12 del decreto Aiuti bis, ha previsto che – limitatamente al periodo d’imposta 2022 – le somme versate dal datore di lavoro ai lavoratori (esentate dal pagamento di contributi sociali e imposte previste all’articolo 51, comma 3, del Testo unico delle imposte sui redditi nel limite di 258,23 euro), vengano elevate al limite di 600 euro complessivi ed erogate come “rimborsi per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas”.

Bonus Draghi, cos’è e come funziona: chi riceverà 600 euro in bista paga

Si tratta di 600 euro deducibili per il datore di lavoro e netti per il lavoratore, non assoggettati a contribuzione e dunque non destinati a generare alcun incremento di pensione. Come annota Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali, se si estendesse questa innovazione anche al welfare aziendale, eliminando l’iter burocratico che ha affossato la possibilità di percepire fino a 3mila euro in esenzione fiscale e contributiva, e lo si portasse a 2mila euro l’anno netti, l’incremento medio per i redditi fino a 15 e 25 mila euro sarebbe rispettivamente del 14,7% e dell’8,8%. Un balzello non da poco che porterebbe – qualora dalla teoria si passasse alla pratica – a un miglioramento nelle tasche degli italiani.

Il decreto Aiuti bis, i bonus

Il prossimo governo dovrà poi valutare la conferma, la revoca o l’estensione di alcuni bonus. In particolare, nel decreto Aiuti bis è previsto in modo sperimentale un bonus trasporti pari a 60 euro l’anno, ma anche un aumento (da 30 a 50 euro) del bonus per l’acquisto di tv compatibili con i nuovi standard di emissione del segnale. Per il bonus psicologo sono state stanziate risorse per 25 milioni di euro. Il dl alleggerisce anche le tasse in busta paga per i contratti di lavoro dipendente. Nel provvedimento si rialza per il secondo semestre del 2022 il taglio del cuneo fiscale di lavoratori e lavoratrici dipendenti che passa dallo 0,8% al 2%.

Questo è lo stato dell’arte e poi ci sono le possibili strade future. Ad esempio – annota ancora Alberto Brambilla – se al posto del cosiddetto “click day” (per la presentazione della domanda del bonus da 200 euro destinato ai professionisti) “si copiasse la vicina Svizzera e si portasse la quota di rimborso del datore di lavoro a 600 euro l’anno con le stesse esenzioni già indicate e se al posto dei miseri 6,5 euro al giorno per il buono pasto cartaceo e gli 8 euro per quello elettronico, si elevasse la cifra a 12 euro, sempre a carico del datore di lavoro e con le esenzioni indicate, i dipendenti si troverebbero un ulteriore netto di 900 euro l’anno”.

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