Cronaca

Il Papa concede l’indulgenza plenaria. Cosa vuol dire?

Indulgenza plenaria concessa da Papa Francesco. Nella giornata di oggi, venerdì 27 marzo 2020, il Pontefice ha concesso l’indulgenza a chi ha seguito a distanza la Benedizione Urbi et Orbi per l’emergenza coronavirus.

Cos’è l’indulgenza plenaria?

Si chiama indulgenza plenaria quella che, secondo la dottrina cattolica, libera per intero dalla pena temporale dovuta per i peccati; indulgenza parziale quella che ne libera solo in parte. Anticamente le pene in soddisfazione del peccato perdonato erano comminate in giorni; per esempio, per un peccato si poteva fare penitenza per 100 giorni, o per 40, o per tutta la vita.

Il penitente poteva dunque diminuire i giorni della penitenza, riscattandoli attraverso le pratiche oggetto di indulgenza. Questo fece sì che si cominciasse ad indicare erroneamente con un termine temporale anche la parte di pena da scontare dopo la morte, cioè nel Purgatorio: di conseguenza, dicendo “100 giorni di indulgenza” per errore i fedeli più semplici intendevano che quella indulgenza liberasse dalla pena che si sarebbe altrimenti dovuta scontare con 100 giorni di Purgatorio.

Le differenze

Oggi le indulgenze parziali non sono più distinte le une dalle altre e, per quanto riguarda il loro valore, “si è ritenuto stabilire che la remissione della pena temporale, che il fedele acquista con la sua azione, serva di misura per la remissione di pena che l’autorità ecclesiastica liberamente aggiunge con l’indulgenza parziale”.

Quindi, secondo la dottrina cattolica, compiendo un’opera buona a cui è annessa un’indulgenza parziale, un fedele ottiene una remissione di pena per il bene stesso che ha compiuto e altrettanta remissione grazie all’indulgenza amministrata dalla Chiesa. Questo in conformità con la costante dizione che l’autorità della Chiesa può “moltiplicare” i meriti degli individui (escludendo un’idea di sommatoria propria della matematica).


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