Cosa accade all’interno del M5S? I voti sulla piattaforma Rousseau, l’allontanamento di Alessandro Di Battista, i senatori e deputati non allineati alle scelte di partito e l’inevitabile declino. Ecco i punti di rottura all’interno del MoVimento 5 Stelle.
Alessandro Di Battista, contrariato già all’epoca dell’alleanza con il Pd, ha abbandonato il MoVimento, tra la commozione e la rabbia. Egli non è riuscito a soprassedere sulla netta perdita di quelle posizioni populiste e sovraniste, espresse dal MoVimento nei primi anni della sua nascita. D’altronde, l’appoggio ad un governo di alto profilo, di unità nazionale, composto da quasi tutte le forze politiche, non rappresenta il massimo della coerenza.
L’unica attenuante pentastellata è sicuramente l’impossibilità di governare da soli, a causa di un sistema elettorale da riformare, necessariamente. I vari compromessi, comunque, non hanno ostacolato alcune importanti vittorie del MoVimento, tra cui il Rdc, simbolo di una netta vicinanza al popolo.
Dibba, però, non è l’unico esponente ad aver manifestato pieno dissenso. A seguito della votazione in Parlamento, rimessa anche alla piattaforma Rousseau, altri esponenti, tra deputati e senatori, rischiano l’espulsione dai 5 Stelle.
La Piattaforma Rousseau
La piattaforma Rousseau, nelle ultime due settimane, è stata utilizzata ben 2 volte. D’apprima, il garante Grillo, nel corso delle consultazioni con l’allora incaricato Premier Draghi, aveva spinto gli attivisti ed i militanti ad esprimersi in maniera favorevole, in merito all’appoggio al nuovo governo. Poi, la votazione, in questa settimana, ha interessato il cambio dello statuto del MoVimento 5 Stelle, tra le proteste degli attivisti.
Giuseppe Conte ed i rapporti con il Centrosinistra
Giuseppe Conte, dopo un iniziale allontanamento dalla prima linea, ha sempre confermato la massima disponibilità ed apertura verso i pentastellati. Infatti, proprio in occasione della cruciale settimana del voto di fiducia al governo Draghi, qualcosa sembra essersi mosso. Conte ha annunciato la nascita dell’intergruppo parlamentare M5S-Pd-Leu, a palazzo Madama, assumendo la posizione di leader, per un’iniziativa ritenuta giusta e opportuna.
D’altronde la carismatica figura dell’avvocato del popolo era ciò che mancava all’intero Centrosinistra, ridotto a consensi minimi con le politiche del 2018. Molti, infatti, sono stati i sostenitori dell’alleanza giallorossa, rivedendo in Conte un punto di forza del baricentro progressista.
I fragili rapporti M5S Pd per ricucire il Centrosinistra
Anche il Partito Democratico rema in acque difficili. Gli elettori non hanno accolto con entusiasmo i nuovi rapporti sorti con il M5S, con la leadership di Giuseppe Conte, spingendo verso la rottura dell’intergruppo parlamentare M5S-Pd-Leu. Infatti, l’intergruppo è nato martedì al Senato, tramontando già il giorno seguente, alla Camera.