Cronaca

Cosa c’è da sapere sulla variante Delta del Covid prima di partire per le vacanze

Cosa c’è da sapere sulla variante Delta del Covid prima di partire per le vacanze?  Partenze e programmi di vacanza per gli italiani che, proprio nel momento in cui il Paese sta riaprendo, con tutte le regioni (tranne la Valle d’Aosta) in zona bianca da lunedì, sentono suonare il campanello d’allarme della variante Delta del coronavirus.

Cosa c’è da sapere sulla variante Delta del Covid prima di partire

Cautela, e adesso anche preoccupazione per i viaggiatori, in particolare per coloro che arrivano dal Regno Unito, dove la variante identificata per la prima volta in India, è già il ceppo più diffuso. Il Ministro della Salute Speranza ha firmato l’ordinanza con cui l’Italia stabilisce una quarantena di cinque giorni con obbligo di tampone per proviene dalla Gran Bretagna per mitigare il rischio di diffusione, estendendo il divieto di arrivi da India, Bangladesh e Sri Lanka.

Quanti sono i casi di variante Delta in Italia?

La variante indiana, classificata come Delta, “al momento non costituisce un particolare pericolo per l’Italia”. A renderlo noto è Anna Teresa Palamara, a capo del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, secondo la quale al momento la variante predominante è la Alfa, quella inglese, identificata nell’80% dei casi; la Delta, invece, resta sotto l’1% di incidenza.

Che cos’è la variante Delta, sintomi e come riconoscerla

La variante Delta, individuata per la prima volta in India, è conosciuta anche come variante VUI-21APR-01 o B.1.617 e presenta una serie di mutazioni tra cui la E484Q, L452R e P681R la cui presenza contemporanea desta molte preoccupazioni tra gli esperti. Il timore maggiore è che questo ceppo possa essere più contagioso e che presenti dei maggiori rischi di reinfezione.

Al momento tuttavia, precisa il ministero della Salute, non sembrano esserci delle evidenze che questa variante causi una malattia più grave o che i vaccini siano meno efficaci, in ogni caso sono in corso degli studi che hanno come obiettivo quello di capire in modo più preciso quale sia l’impatto delle mutazioni sul comportamento del virus, in modo da poter attuare degli interventi appropriati.

Lo studio

Un recente studio del Francis Crick Institute di Londra e pubblicato sulla rivista Lancet ha messo in evidenza come in seguito all’infezione dalla variante Delta sia stata rilevata una quantità di anticorpi neutralizzanti inferiore rispetto a quelli contro la forma originale del virus di Sars-Cov2. Inoltre gli studi attualmente pubblicati riferiscono anche una maggiore contagiosità, compresa tra il 40 e il 60%, rispetto alla variante inglese, conosciuta anche come variante Alpha. La variante Delta infine sembra comportare anche un rischio di ospedalizzazione maggiore (2,6 volte di più).


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I sintomi della variante Delta

Per quanto riguarda i sintomi non sembrano esserci delle differenze significative rispetto alle altre varianti di Covid. Le persone affette dalla variante Delta quindi possono essere completamente asintomatiche o sviluppare i classici sintomi della malattia, quali febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare oltre che alla perdita dell’olfatto e all’alterazione del gusto.

Un gruppo di medici indiani ha recentemente riferito di aver notato la comparsa di sintomi anomali in pazienti affetti da questa mutazione, mai riscontrati negli altri. Si tratta di danni all’udito, gravi disturbi gastrici e coaguli di sangue che portano alla cancrena. Al momento però non è ancora stata confermata l’associazione tra questi sintomi e il nuovo ceppo.

 


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