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Cosa è successo nel 2020 in Italia? I fatti degli ultimi 12 mesi

Mentre ancora brindavamo felici per l’inizio del nuovo anno, pronosticando i soliti buoni propositi per il 2020, qualcosa stava lentamente modificando le nostre abitudini e la nostra quotidianità. Infatti, in poco più di due mesi, la nostra vita è mutata letteralmente, costringendo a cambiare il modo di vivere degli esseri umani. Cos’è successo nel 2020 in Italia? Ecco i fatti più importanti degli ultimi 12 mesi.

Cosa è successo in Italia nel 2020?

Dallo schiaffo del Papa, al venturo Natale. La pandemia ci ha accompagnato durante il corso di questo anno, strutturando e prospettando delle modifiche invasive alla vita quotidiana di tutti gli esseri umani. Proprio il Covid ha evidenziato fratture sociali rilevanti nella nostra società unitamente alla precarietà del nostro intero sistema.

Le infrastrutture non si sono rivelate pronte a fronteggiare la pandemia. Il sistema è quasi del tutto collassato. Il probabile default, scongiurato durante la prima ondata di Covid del 2020, sembra fluttuare come una scure sopra la testa di milioni di italiani.

La mascherina, quale dispositivo di protezione individuale (dpi), diviene obbligatoria ed accompagnerà il corso dell’intera pandemia. Sarà poi il senso civico e di responsabilità individuale a renderla un accessorio imprescindibile nell’uso quotidiano.

Eppure, i principali gruppi politici manifestano ancora spiccate divergenze. Mentre ci si prospettava l’avanzata della seconda ondata, l’opposizione ha cercato di destabilizzare ripetutamente la stabilità del Governo.



Gennaio: l’inizio dell’anno più difficile dal termine della seconda guerra mondiale

Dopo le consuete festività natalizie, il mondo intero ha dovuto fronteggiare un “nemico invisibile”. Il Covid si affaccia in Europa, producendo migliaia di contagi in pochissime ore. In realtà, secondo gli studi, già a settembre il nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 aveva iniziato a circolare, in Cina.

In particolare, nella città di Wuhan, la più popolata della parte orientale, snodo necessario per il commercio e per gli scambi. Inizialmente non si riusciva a capire l’entità di questo nuovo virus, infatti, soprattutto in Italia, i ricoverati mostravano delle “anomale polmoniti”, dalle cause non ascrivibili ad altri patogeni.

L’apertura del 2020 ha visto una mossa difensiva del Papa, interpretata da molti come uno schiaffo, per liberarsi dalla trattenuta di una donna, di origine cinese. Alcuni commenti sarcastici, sui social, hanno interpretato la comparsa del virus come una “punizione divina”, per il gesto difensivo del pontefice.



Soltanto il 30 gennaio, l’Oms dichiarava l’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. Nel frattempo, l’Italia bloccava i collegamenti con la Cina, evitando la rapida diffusione dei contagi.

Febbraio

La denominazione del problematico virus è pervenuta soltanto nella prima decade di febbraio. Precisamente, l’11 febbraio è arrivato il nome della nuova malattia causata dal coronavirus. Il nome, accuratamente selezionato dall’Oms, è Covid-19.

I primi casi in Italia risalgono al 21 febbraio. In quel giorno si sono registrati diversi contagi in Lombardia, precisamente nel lodigiano. Nel contempo, migliaia di incivili, riversavano la propria ignoranza abbandonando i propri animali da compagnia, per il timore di un contagio animale-uomo, ancora da dimostrare e da appurare.

Erano giorni di caos generale, dove l’inciviltà e la paura di alcuni cittadini regnavano sovrani. Finalmente, per scongiurare ulteriori abbandoni, l’Oms ha dichiarato “non c’è alcuna possibilità di diffusione del contagio da Covid-19 dei nostri animali”.



Marzo

Il nemico invisibile comincia ad avanzare inesorabilmente, fagocitando diverse provincie italiane. Il 4 marzo il Governo corre ai ripari, sospendendo le attività universitarie e scolastiche. I positivi risultavano già 2.700.

La Lombardia sembrava la Regione maggiormente colpita, malgrado il contagio si diffonda in tutta la penisola. Infatti, soltanto l’8 marzo la Lombardia verrà dichiarata “zona rossa”.

Milioni di italiani dimenticheranno, però, a fatica la data del 9 marzo 2020. In quel lunedì sera, il Presidente del Consiglio dei Ministri, attraverso un annuncio televisivo, estese le misure restrittive in tutta Italia. Tutta Italia diventa zona rossa. Sconcertanti, poi, nelle nottate seguenti saranno le immagini del folle esodo di cittadini dal Nord al Sud della nazione.

L’11 marzo, infine, l’Oms dichiara la pandemia mondiale. Nel pieno dell’emergenza sanitaria, è stato registrato il numero maggiormente elevato di decessi. Il 18 marzo, infatti, i mezzi militari hanno dovuto trasportare innumerevoli salme, dalla città di Bergamo che rischiava un vero e proprio collasso.



Sul territorio nazionale, marzo registra 97.689 casi totali, di cui 10.779 deceduti. Infatti, le misure restrittive, disposte da Dpcm a Dpcm, da settimana in settimana, sono state prorogate, ben oltre il termine del mese.

Aprile

Aprile è stato il mese in cui le draconiane misure hanno maggiormente colpito le famiglie italiane, costrette ancora in casa dal lockdown. Un pessimismo di ordine generale ha accompagnato le festività pasquali.

Sporadici tentativi di festeggiare il “lunedì in albis” sono stati prontamente bloccati dalle Forze dell’Ordine, attraverso tecnologie particolarmente avanguardiste. Con l’utilizzo dei droni è stato monitorato il flusso di auto e di pedoni.

Sono divenute virali le immagini immortalate dai droni sulla spiaggia di Riccione, ritraenti un ingegnere intento a camminare da solo sul bagnasciuga. Anche a Palermo, attraverso l’uso di elicotteri, la Polizia ha bloccato una grigliata in terrazzo condominiale, di un gruppo di condomini.



L’urto economico causato dal virus nell’economia delle famiglie italiane è stato devastante. Molti hanno dichiarato di non poter neppure “fare la spesa”. I sussidi ed i sostegni previsti per i lavoratori, bloccati dalle misure restrittive, tardavano ad arrivare.

Il bilancio di Aprile risulta particolarmente positivo. Le misure restrittive iniziano a dare i frutti sperati. I decessi risultano in fase calante, i guariti accelerano ed il rapporto tra nuovi casi e tamponi non è mai stato così basso, dall’inizio della pandemia.

Anche durante il mese di Aprile, le misure sono state prorogate di volta in volta dai provvedimenti del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, apparso attraverso i social. Molti italiani lo considerano, infatti, il volto centrale di questa battaglia al “nemico invisibile”.

Maggio

Maggio è interpretato come “la fase 2 della lotta al Covid-19″. La fase 2, infatti, prevedeva la graduale ripresa della quotidianità e della vita di tutti i giorni. Finalmente, i diversi Dpcm iniziavano ad allentare le misure restrittive.

Il Dpcm del 4 maggio ha previsto la discussa “visita ai propri congiunti”, se residenti all’interno della stessa Regione, la riapertura di parchi e giardini pubblici. Inoltre, la mascherina diviene obbligatoria in tutti i luoghi chiusi, aperti al pubblico.



Finalmente, termina la gogna mediatica dei “runners”, autorizzati a svolgere attività sportiva all’aperto, anche lontano dalla propria abitazione. Riprendono le celebrazioni funebri, le attività di ristorazione e d’asporto.

Sarà, poi, il Dpcm del 18 maggio a consentire la riapertura delle ulteriori attività commerciali, nonché gli spostamenti anche dall’estero e tra le Regioni.

In questo mese, vi è stata anche la liberazione della giovane Silvia Romano, rapita in Kenya nel 2018.

Durante i mesi estivi

L’omicidio di George Floyd, afro-americano ucciso durante un semplice controllo di polizia, a Minneapolis, ha fomentato le proteste contro il razzismo in diverse parti del globo. Il fatto risale alla fine del mese di maggio, però gli scontri e le proteste si sono protratte per diverse settimane, al grido di “black lives matter“. Questa indignazione sociale e politica ha sicuramente influenzato le sorti delle ultime elezioni americane, dove è stato eletto il neo-presidente democratico Joe Biden.

In realtà, in Italia si respirava un’aria di generale fiducia e di ottimismo. Il Covid-19 sembrava ormai alle spalle, nonostante diversi avvisi e moniti di alcuni importanti virologi e scienziati. Infatti, il governo, anche per favorire la ripresa del settore economico e turistico aveva predisposto diversi fondi, quali “ Bonus Vacanze” e “Bonus Monopattini”.

Dopo il Ferragosto, però, qualcosa è mutato. La riapertura dei locali e delle discoteche aveva nuovamente accelerato il diffondersi del virus. Il desiderio degli italiani di poter godere appieno delle ferie estive, dopo le restrizioni e le costrizioni dei mesi invernali, ha favorito la scomparsa di freni inibitori e l’emersione di comportamenti irresponsabili.



I nuovi focolai, registrati sulla penisola, erano dovuti dai rientri dalle vacanze di milioni di italiani. In Sardegna, nel mese di agosto, si è registrato il più grande focolaio nazionale, degli ultimi mesi. Anche l’età anagrafica dei contagiati risulta notevolmente calata, a seguito di contatti ravvicinati nei maggiori locali e discoteche d’Italia.

Numerose sono state le critiche piovute su Berlusconi e Briatore, a seguito delle immagini estive del celebre locale ” Billionaire”. Per evitare ulteriori problemi, infatti, il Governo ha stabilito, subito dopo Ferragosto, la chiusura immediata delle discoteche.

L’opposizione politica, in questo contesto, ha inscenato imbarazzanti reazioni. In realtà, già il 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, il centrodestra aveva organizzato un corteo, sfilando senza dispositivi di protezione individuale.

Infatti, anche durante manifestazioni politiche, che hanno preceduto le elezioni regionali del 21 settembre, alcuni esponenti del centrodestra si sono mostrati molto vicini alle congetture negazioniste, creando di fatto un netto solco tra maggioranza ed opposizione.



Le misure del governo durante la prima ondata di Covid-19

Tralasciando i molteplici Dpcm susseguitisi nel corso dei mesi, a seconda dell’impatto del virus, il governo è intervenuto con diversi sostegni e misure:

La seconda ondata: da settembre al Dpcm Natale

La risposta alla prima ondata

Settembre sembrava fosse il mese della riscossa, dopo le innumerevoli incertezze sul piano sociale, politico ed economico. Il Pil ha conosciuto una rovinosa discesa di oltre 10 punti percentuali ed anche l’indice di fiducia nei consumi è calato notevolmente.

Le misure del Governo, per quanto calzanti ed avanguardiste hanno disatteso le aspettative dei cittadini.  La riapertura delle attività scolastiche in presenza hanno mostrato la vulnerabilità dell’intero sistema. Nonostante i diversi mesi a disposizione, l’arrivo dei banchi singoli con rotelle e le dotazioni igienico sanitarie, disposte a favore degli istituti scolastici, la situazione è apparsa da subito fuori controllo.



I trasporti pubblici hanno mostrato le solite ataviche carenze, presenti anche prima dell’avvento del Covid-19.

L’emergenza sanitaria è gravata addirittura nelle interazioni tra pubbliche amministrazioni e cittadini. Nel merito, è opportuno ricordare che il D.l. Cura Italia del 17 Marzo 2020 aveva previsto la sospensione delle risposte alle richieste di accesso civico documentale, accesso civico e di accesso civico generalizzato “che non hanno carattere di indifferibilità ed urgenza”, fino al 31 maggio 2020.  In quell’occasione, nell’indignazione generale, si è parlato di “sospensione del modello Foia”, vero e proprio baluardo della lotta alla corruzione in Italia.

Quindi, milioni di Italiani avevano abbandonato nel dimenticatoio il Covid, con la volontà di rimandare la risoluzione del problema al termine delle vacanze estive. Effettivamente, così è avvenuto. Lo spettro di una “seconda ondata” era ben occultato, ma pronto a rientrare in scena.

Ottobre e Novembre

Con la ripresa delle attività quotidiane, la seconda ondata, rinnegata dapprima, è saltata fuori. I comportamenti irresponsabili degli italiani, in combinazione con l’inefficienza delle strutture sanitarie, hanno vanificato gli sforzi del primo lockdown.

Il settore dell’istruzione, gradualmente, si è mostrato inadeguato, al punto da ripristinare la Didattica a distanza (dad) per un numero sempre crescente di studenti.

Da questo momento in poi, il timore di una nuova involuzione economica ha ritardato i giusti interventi. Nella paura generale di ripiombare nuovamente in regime di restrizione, gli italiani hanno iniziato ad affollare le piazze al grido di  “libertà, libertà”. La situazione in Campania ed in Lombardia stava nuovamente degenerando nel caos. Da un lato, i gestori delle attività commerciali ed i possessori di P.I. non volevano registrare ulteriori perdite,  mentre dall’altro l’esigenza di tutelare la salute pubblica era alquanto tangibile.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, provato ed esausto da questa scomoda situazione, ha coinvolto le diverse Regioni, cercando ulteriori risoluzioni alternative. Anche in questo caso, la classe politica italiana si è dimostrata inadeguata, ostacolando il lavoro svolto dal Premier. Di nuovo, puerilmente, i Presidenti regionali hanno collaborato con il Governo, a seconda dello schieramento politico.

I contagi, intanto, non attendevano i diversi scontri e continuavano ad aumentare, al punto da rendere necessaria una suddivisione in “colori” delle diverse regioni della penisola.



Il nuovo DPCM del 3 novembre,  in vigore dal 6 novembre fino al 3 dicembre 2020, individua nuove misure restrittive per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. L’Italia è stata divisa in tre aree, corrispondenti ai livelli differenti di criticità, all’interno delle diverse Regioni del Paese.

Anche in questa occasione i media hanno portato alla luce innumerevoli polemiche e svariate situazioni di incertezza. Intanto, ancora, i contagi sembravano aumentare, insieme al numero dei decessi. Iniziava a preoccupare anche la “capienza delle terapie intensive”, argomento discusso durante tutto il mese.

Ancora una volta, esattamente come per marzo ed aprile, milioni di italiani, a seconda del “colore della Regione” sono stati costretti ad ulteriori restrizioni, proprio dopo aver riassaggiato nuovamente quel senso di libertà e spensieratezza.

Dicembre

Le festività natalizie sono alle porte. Il Covid ci ha accompagnato per l’intero anno e non sembra avere intenzione di abbandonarci nemmeno in vista del consueto brindisi di fine anno. In merito, il governo, per scongiurare un’eventuale terza ondata, con l’inizio dell’anno nuovo, ha disposto alcune limitazioni per il Natale.

Il Dpcm 3 dicembre, in vigore fino al al 6 gennaio, predispone vincoli agli spostamenti, anche tra Regioni gialle. Natale, Santo Stefano e Capodanno dovranno essere festeggiati in casa propria. Non sarà, dunque, possibile spostarsi verso la residenza di altri parenti, al di fuori dal proprio Comune, fatti salvi motivi di lavoro, condizioni di urgenza o necessità.

Si teme, però, un ulteriore esodo, dopo quello impietoso di marzo. Diversi “fuori-sede” stanno programmando il “ritorno al Sud”, in occasione delle festività natalizie. Le Regioni, in piedi di guerra, questa volta sono pronte a prendere le contromisure. Sono stati inutili, ancora una volta, gli appelli al buonsenso dei cittadini.

Quindi, sicuramente, il consueto Cenone della tradizione natalizia sarà stravolto dal “nemico invisibile” e dall’esigenza di tutelare la salute pubblica, riflessa nelle diverse misure restrittive.

Questa volta non bisogna accantonare il problema. Non bisogna commettere gli errori estivi. Le ferie dovranno essere godute sobriamente da tutte le famiglie, nel rispetto delle vittime della pandemia mondiale.



Gli eventi del 2020, uno sguardo globale

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

 

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