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Cosenza, bimbo di 8 anni lasciato solo in classe perché “disabile e fastidioso”: la madre denuncia

Arriva da una scuola elementare di Rende, in provincia di Cosenza, la storia di un bimbo di 8 anni che è stato lasciato da solo in classe poiché definito “disabile e fastidioso”. La madre, che già aveva deciso di cambiare sezione al figlio a causa di incomprensioni con le maestre, ha denunciato quanto accaduto.

“Ho sempre creduto nell’istituzione scolastica come luogo di edificazione morale. Ma, purtroppo, in un momento in cui si ribadisce il ruolo fondamentale della scuola nell’educazione delle nuove generazioni, ho avuto la prova che, talvolta, di concerto con alcuni genitori, determinati insegnanti si rilevano promotori di azioni di inciviltà umana”. Sono le parole della mamma del piccolo di appena 8 anni.

Cosenza, bimbo lasciato solo in classe perché “disabile e fastidioso”: la denuncia

L’episodio è accaduto in una scuola elementare di Rende, in provincia di Cosenza. Il tutto ha avuto inizio con la decisione della madre di spostare il bimbo di sezione a causa di incomprensioni con le maestre: “L’avevo spostato in questa classe a causa di incomprensioni con alcune maestre che si ostinavano a ribadire la necessità di un’insegnante di sostegno, pur avendo comunicato loro che la diagnosi di iperattività con funzionamento intellettivo superiore alla media non aveva rappresentato un requisito per il riconoscimento dell’invalidità – racconta la madre su Repubblica.

La donna prosegue: “Anziché valorizzarlo, l’avevano escluso. Perspicace e bilingue, era diventato il ‘ritardato’ della classe. Da qui la mia decisione, non apprezzata da alcune maestre e mamme che hanno organizzato l’ammutinamento”.

Lasciato da solo in classe il primo giorno nella nuova sezione

La mattina del 22 novembre il piccolo viene trasferito in un’altra sezione: “Quella mattina avrebbe dovuto segnare un nuovo inizio per mio figlio nella nuova sezione, invece ha trovato tutti i banchi vuoti – racconta la madre -. Dopo un primo approccio mediante il linguaggio universale della musica, che ha visto mio figlio suonare in allegria con i nuovi compagni, quella mattina, la ‘festa dell’accoglienza’ avrebbe dovuto sancire l’inserimento nella nuova classe. Invece erano tutti assenti e Francesco si è trovato smarrito in un’aula deserta”.

La reazione del bambino

Il piccolo ha avuto una reazione del tutto inaspettata: “Mosso dall’innocenza dei suoi 8 anni, ha pensato avessero tutti la febbre. – racconta la mamma. Sentendosi fortunato per non essersela beccata anche lui, ha preparato un disegno da regalare al nuovo compagno di banco non appena fosse guarito. Inconsapevole del fatto che l’assenza di massa era una protesta contro di lui, presenza non gradita”, spiega la madre.

La scoperta della madre sulla chat di classe

La donna racconta che c’erano già stati tanti campanelli di allarme, ma ha scoperto tutto tramite la chat di classe. “Il pomeriggio precedente, durante l’incontro conoscitivo con il corpo docente, mi ero scontrata con la nuova maestra di matematica che si ostinava a definire mio figlio disabile e fastidioso. La dirigente scolastica, così, ha deciso di ridurle le ore in quella classe.” spiega la donna.

“Inasprita, tramite la rappresentante di classe, anch’essa docente, ha aizzato i genitori che, sulla chat di classe, hanno organizzato il piano. Ne ho avuto conferma da una mamma, la quale ha ammesso che in quella chat è partito l’accordo, seppur senza costrizioni. Mi sono sentita trafitta da cotanta cattiveria da parte di adulti che dovrebbero rappresentare l’esempio per i bambini”. Conclude la donna affranta.

L’esposto in Procura

La madre del piccolo Francesco, avvocatessa, ha presentato un esposto alla Procura dei minorenni di Catanzaro per violenza psicologica aggravata ai danni di un minore: “Ho reso partecipe il Garante per l’Infanzia, Antonio Marziale, che ha avviato un’istruttoria”, ha detto la donna.

“A parte gli insegnanti di italiano e immagine, il silenzio assoluto. Anche della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, alla quale ho inviato una diffida, chiedendole l’accesso agli atti. – spiega la donna. –A breve sarà convocata in procura. Procederò legalmente per difendere i diritti di mio figlio, di tutti i bambini che subiscono ingiustizie e le famiglie non hanno gli strumenti o il coraggio per ribellarsi”.

Il dolore del bambino

La vicenda ha profondamente scosso il bambino: “Ha avuto un crollo emotivo, teme di ritrovarsi solo e tende a colpevolizzarsi. Giovedì e venerdì scorso l’ho mandato a scuola sperando di ricevere scuse, invano. L’hanno definita una bolla di sapone, ma le ripercussioni psicologiche su Francesco sono evidenti. Chiederò conto e ragione agli autori di quest’azione inqualificabile. Sto valutando di trasferirlo in un’altra scuola, ma devo essere certa si tratti di un ambiente in cui il pregiudizio non prevalga sull’inclusione e sulla valorizzazione delle diversità, obiettivi primari della scuola. Non posso provocargli ulteriore sofferenza”.

Nessuno ha chiesto scusa

Dopo l’episodio nella scuola di Rende il piccolo ha cambiato scuola, e ora avrà nuovi docenti e nuovi compagni di classe. “Quello che mi spiace è che ad oggi nessun genitore ha pensato di fare una telefonata o chiedere scusa”, ha detto all’Ansa la mamma, dopo una settimana dall’accaduto, “credo non abbiano realizzato cosa hanno fatto, e questo è ancor più triste”.

Dopo qualche giorno di riflessione, il bambino è stato iscritto in un nuovo istituto, lontano dalle polemiche, dove è stato accolto festosamente dalle maestre e dai nuovi compagni. “Ha trovato un ambiente allegro e rassicurante”, ha spiegato, “sia il corpo docente che i compagni sono stati molto affettuosi, ma lui, quando sono andata a prenderlo all’uscita di scuola, mi ha detto: ‘Mamma è tutto bello ma ti prego non mi cambiare più scuola’. Mi si è stretto il cuore”.

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