Cronaca

Covid, le Asl lanciano l’allarme: tracciamento boicottato dai positivi che non vogliono rinunciare alle vacanze

Il tracciamento dei contatti dei positivi al Covid 19 è considerata un’arma fondamentale per bloccare la diffusione del virus e, sopratutto, della variante Delta. Ma il contact tracing in realtà non funziona così bene come speravano il commissario Figliuolo e il ministro Speranza. L’allarme arriva dalle Asl che denunciano un vero e proprio boicottaggio del tracciamento da parte dei cittadini positivi che mentono pur di non rinunciare alle proprie vacanze.

Tracciamento dei contatti: i giovani non collaborano con le Asl

Le prime lanciare l’allarme sono state le Asl romane, che – come riporta Il Mattino – segnalano una maggiore difficoltà nel ricostruire i contatti dei positivi da quando i casi riguardano, soprattutto dei più giovani. “Il più delle volte sono ragazzini non vaccinati che non ricordano dove sono andati – spiegano i sanitari – non dicono con chi si trovavano per evitare l’isolamento agli amici oppure mentono, e bisogna convincerli“.

Gli esperti del Nucleo epidemiologico regionale dell’Umbria ad esempio segnalano di “star incontrando problemi ad ottenere i contatti da parte dei positivi” spiega Carla Bietta, epidemiologa nel team degli esperti della Regione Umbria. “Una sorta di omertà che complica il lavoro di tracciamento e non ci fa isolare in modo efficace coloro che sono stati a contatto con i positivi».

Le difficoltà del tracciamento

Stessa situazione anche in provincia di Latina. “Facciamo molta più difficoltà rispetto al passato nel lavoro di tracciamento dei contatti. Igiovani, che sono la quasi totalità dei nostri nuovi contagiati, non forniscono informazioni precise e ci stanno mettendo in crisi” dice Antonio Sabatucci, responsabile del dipartimento di prevenzione della Asl di Latina. “Stiamo perdendo molto tempo che non abbiamo“.

Anche nelle Marche le difficoltà sono più o meno le stesse nonostante i contagi siano ampiamente sotto controllo. “Spesso le persone rispondono non fornendo informazioni complete – dice Alberto Tibaldi, responsabile regionale della prevenzione dell’Asl – Più della paura di essere l’untore della situazione, la questione è legata al timore di restare bloccati“.

La paura di dover rinunciare alle vacanze

La maggior parte delle persone ha paura di dover trascorrere un periodo in isolamento e finire col rinunciare alle vacanze. I timori sono legati anche ad un meccanismo (complicato a dire il vero) che obbliga – potenzialmente – a restare più in isolamento se si risulta infettati dalla variante Delta piuttosto che dalla Alfa.

La circolare del ministero della Salute

Come stabilito da una circolare del ministero della Salute risalente alla fine di maggio, tra le due mutazioni cambiano le modalità con cui è possibile sospendere l’isolamento. Innanzitutto se si risulta positivi alla variante Alfa (ex inglese) dopo i canonici dieci giorni di quarantena la si può sospendere anche ricorrendo al tampone antigenico, mentre per la Delta è necessario il tampone molecolare.

Inoltre, per i positivi a lungo termine, se non ci si negativizza 21 giorni dopo aver contratto la Alfa si può comunque terminare la quarantena a patto di non aver avuto sintomi per 7 giorni. Per la Delta questo è impossibile: l’isolamento termina solo con un tampone molecolare negativo. Un fattore che, spiegano dalle Asl, “spinge le persone a nascondere contagi, contatti e spostamenti“.


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