Covid: per l’Iss curva decresce ma attenzione alle varianti con le riaperture
“Le curve – ha aggiunto – sono un indicatore indiretto dell’efficacia delle vaccinazioni. La curva degli over 80 aveva incidenze molto elevate, dopo l’inizio della campagna vaccinale. Tanto è vero che sono molto diminuiti i focolai segnalati nelle Rsa e nelle strutture sanitarie. Siamo vicini ai 150 casi per centomila, ossia tre volte la soglia definita per il tracciamento sistematico. L’Rt è sostanzialmente stabile“.
Decresce la pressione ospedaliera
La decrescita dell’incidenza va di pari passo con quella “dell’età mediana dei casi di Covid-19 in Italia, collocandosi a 42 anni. E calano i casi nelle varie fasce d’età, prova indiretta dell’efficacia della vaccinazione, così come calano i casi tra gli operatori sanitari“. Altro dato positivo è la decrescita della pressione ospedaliera. “Ricoveri nelle aree mediche sono scesi, con saturazione al 32%, lontana dalla soglia critica del 40%c, così come le terapie intensive sono in decrescita, leggermente al sotto alla soglia critica del 30%, che tuttavia viene ancora superata da otto regioni“. Ma la situazione non è ancora sotto controllo. “Tre regioni hanno un Rt maggiore di 1 e anche se l’incidenza è in diminuzione resta ancora elevata. Quindi occorrono misure di mitigazione“.
La variante inglese prevalente in Italia
Il motivo è legato alla circolazione delle varianti virali: “Secondo la survey effettuata il 20 aprile, oltre a quella inglese, presente al 92% e che ha di fatto sostituto quella di Wuhan, ci sono anche la mutazione nigeriana e brasiliana, che hanno dato vita a piccoli focolai in determinate aree del paese. Per questo, dobbiamo continuare ad abbassare l’incidenza perché con un numero ridotto di casi possiamo intervenire tempestivamente“.