Niente movida, niente discoteche, niente partite di calcio e nemmeno scuole: il virus si annida tra le mura domestiche. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, i focolai covid delle ultime settimane si stanno verificando in famiglia (76,5%), solo il 7,2 riguarda un luogo di lavoro, e solo il 4,5 viene collegato ad attività ricreative.
Focolai covid in famiglia: l’allarme
Se nei mesi più duri rimanere a casa era stata l’unica soluzione per evitare il contagio, adesso è proprio il focolare domestico la prima fonte di contagio: secondo l’ultimo report della fondazione Gimbe, relativo alla percentuale di infetti per numero di persone testate, nella seconda settimana di maggio eravamo al 3,6%, a metà giugno allo 0,7%, a settembre impennata, 2,4 la prima settimana fino al 3,1 nell’ultima.
Contagi dalle vacanze
In questa settimane il Paese risente, ancora, dell’onda lunga delle vacanze estive, quando decine di casi sono stati portati da persone, principalmente giovani, di ritorno da Sardegna, Grecia, Malta e Spagna. Una catena che, come ultimo anello, ha avuto proprio la famiglia, nonni e genitori, contagiati da parenti, nipoti, figli, e vacanzieri indisciplinati.
Incidenza su 100mila abitanti
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, l’incidenza settimanale sulla base di 100mila abitanti tra il 21 e il 27 settembre, è preoccupante. In Liguria ci sono 35,06 nuovi positivi ogni 100mila abitanti, nelle province autonome di Trento e Bolzano 33, in Veneto 25,27, in Campania 23,70. Il Lazio e la Lombardia 18,6 e 14,3.