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Covid in Italia, Gimbe: crescono i ricoveri e terapie intensive | Il report

Covid in Italia, crescono i ricoveri e le terapie intensive. A riportarlo è il report della Fondazione Gimbe. Negli ospedali italiani si registra un incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid, +5,5% in area medica e +14,3% in terapia intensiva. Il numero di pazienti Covid in area medica è aumentato da 2.371 del 16 ottobre a 3.970 del 16 novembre (+67,4%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 481 del 16 novembre (+42,3%).

Covid, il report della Fondazione Gimbe

A livello nazionale il tasso di occupazione è del 7% in area medica e del 5% in area critica, con notevoli differenze regionali: nessuna Regione supera la soglia del 15% per l’area medica, mentre Friuli-Venezia Giulia (14%) e Marche (10,1%) superano quella del 10% per l’area critica.

Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 34 ingressi/die della settimana precedente a 38” puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo di Gimbe.

Friuli-Venezia Giulia e Bolzano vicini alla zona gialla

Solo il Friuli-Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano sono molto vicini alla zona gialla visto che, oltre all’incidenza settimanale meno 50 casi per 100.000 abitanti, presentano entrambi i tassi di occupazione ospedaliera superiori o prossimi alle soglie del 15% in area medica e del 10% in terapia intensiva.

Bisogna tenere conto – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – che l’attuale sistema per l’assegnazione dei colori alle Regioni è stato elaborato quando non esistevano dati sul declino della copertura vaccinale, né sulla necessità della terza dose. Con queste regole, durante i mesi invernali di aumentata circolazione virale, nelle Regioni con coperture vaccinali più basse e/o in ritardo sulla somministrazione della terza dose c’è il rischio di sovraccaricare gli ospedali senza cambiare colore; anche perché le Regioni hanno la possibilità di aumentare i posti letto disponibili, sottraendoli ad altri malati, o dimettere pazienti Covid in strutture private“.


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