Un provvedimento ponte tra il 7 e il 15 gennaio, ovvero tra la data di scadenza del decreto natalizio e quella dell’ultimo Dpcm. Con il weekend del 9 e 10 in fascia arancione (dunque chiusura di bar e ristoranti e spostamenti vietati anche tra Comuni). E una possibile tregua il 7 e l’8 con l’Italia tutta gialla, prima di una nuova decisione sulle fasce di rischio.
Covid in Italia, nuove restrizioni dal 7 gennaio col provvedimento ponte
È l’ipotesi sul tavolo del vertice di governo convocato per fare un punto sull’emergenza Covid in vista della scadenza – il 6 gennaio – delle misure restrittive messe in campo per le festività. Presenti i capidelegazione della maggioranza, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e membri del Cts.
Due ospiti a casa fino al 15 gennaio
Fra le ipotesi c’è anche la proroga del divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi. La misura, già prevista nel decreto natalizio in scadenza il 6 gennaio, sarebbe così prorogata fino al 15 del mese.
Incontro governo-regioni
Intanto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, annuncia in una diretta Facebook un imminente incontro con il governo. “Siamo stati preallertati dal Governo – dichiara – ovvero dal ministro Speranza, dal ministro Boccia e dalla conferenza delle regioni che riunisce noi governatori. E’ assai probabile che vi sia già questa sera alle 21.30 un primo incontro tra Governo e Regioni per cominciare a ragionare in tempi piuttosto stretti, perché alla Befana, finiranno restrizioni su tutto il territorio nazionale”.
“Dobbiamo arrivare a una campagna di vaccinazione – ha detto Toti – facendo sopravvivere più cittadini che possiamo. Ma cercando di non uccidere tutte le imprese perché dalla morte delle imprese poi discende anche una vita grama per i cittadini che può essere doloroso quanto il Covid”.
Vietati gli spostamenti tra regioni
Incontro comitato tecnico scientifico
In serata è anche previsto un incontro del comitato tecnico scientifico che va verso una revisione dei criteri decisivi per determinare le fasce di rischio. L’idea, anticipata oggi da Repubblica, è di rivedere soprattutto l’incidenza dell’Rt.
Oggi la zona arancione parte da 1,25, quella rossa da 1,5: dovrebbero diventare rispettivamente 1 e 1,25. Venerdì saranno decise le nuove fasce di rischio – con il coinvolgimento di Cts, cabina di regia, regioni. E, a proposito di regioni, ce ne sono 6 che vanno verso la zona arancione. Le prime indiziate sono Calabria, Liguria e Veneto.
Scuola, Conte conferma: “Si riparte in presenza al 50% dal 7 gennaio”
Nel corso del vertice il presidente del Consiglio ha auspicato la ripartenza per il 7 gennaio della didattica in presenza al 50% nelle scuole (su questo si è registrata, nelle ultime ore, la frenata di molte regioni).
Domani l’Italia sarà arancione, poi martedì 5 e mercoledì 6 di nuovo rossa. Di certo c’è che resterà il sistema delle fasce colorate a seconda dei diversi indici di contagio nei vari territori.
Le Regioni a rischio
Per stabilire di quale colore saranno le singole Regioni il governo si baserà sui dati della cabina di regia del monitoraggio dei dati di contagio e all’indice Rt. Le Regioni che rischiano di diventare di colore arancione dal 7 gennaio sono al momento tre: Calabria, Liguria e Veneto. Ma rischiano anche Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Il resto dell’Italia dovrebbe invece essere di colore giallo, compreso l’Abruzzo che prima delle festività era arancione.
Bellanova: “Piano vaccini insufficiente”
La ministra all’Agricoltura, la renziana Teresa Bellanova, durante il vertice ha colto l’occasione per un nuovo attacco a Conte. “Oggi si verifica l’insufficienza e la poca chiarezza sul piano vaccinale. Se si vuole uscire da questo stallo dando un messaggio chiaro ai cittadini c’è un solo modo: continuare il puntuale tracciamento e far chiarezza sul piano vaccinale”.
Ma la ministra ha polemizzato anche rispetto all’ipotesi di rivedere i parametri dell’indice Rt in base a cui stabilire i colori delle Regioni. “Ancora una volta di più oggi – ha detto Bellanova – verifichiamo l’insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità”.
E ha aggiunto: “Il solo messaggio ‘restate in casa’ è evidente che psicologicamente ed economicamente ai cittadini non basta più. A fronte di un sacrificio che chiediamo alle persone, dobbiamo dare certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche”.
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