Cronaca, Politica

Covid, verso il nuovo Dpcm: cosa cambia, dal coprifuoco ai lockdown generalizzati: le anticipazioni

Il nuovo Dpcm per contenere i nuovi contagi da covid potrebbe arrivare già domani, 25 ottobre. Ma quali sono le nuove misure sul tavolo del Governo? Cosa cambia? Vediamo insieme tutte le proposte dal coprifuoco anticipato ai lockdown generalizzati: tutte le anticipazioni.

Covid, il nuovo Dpcm: cosa cambia?

Il premier Giuseppe Conte e l’esecutivo studiano ulteriori interventi per ridurre i contagi da coronavirus. Le ipotesi allo studio prevedono una chiusura anticipata dei bar (almeno alle 22, ma c’è chi ipotizza anche le 18) o la limitazione alle attività essenziali sui territori più colpiti.

Il coprifuoco nazionale e chiusura dei locali

L’ipotesi più restrittiva prevede un coprifuoco nazionale e la chiusura di bar e ristoranti almeno alle 21. Sull’orario la discussione è aperta: la mediazione finale potrebbe essere sulle 22, ma c’è chi chiede un intervento più drastico con chiusura alle 18 per fare in modo che i cittadini si muovano durante il giorno solo per motivi legali allo studio o al lavoro.

Il lockdown

Una parte del governo non esclude più nemmeno un lockdown, per un tempo limitato di due o tre settimane e con una nuova massiccia iniezione di aiuti all’economia.

Da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che le ipotesi sono solo suggestioni, ma la richiesta fatta dal presidente della Campania Vincenzo De Luca per un lockdown nazionale potrebbe aver richiesto un’accelerazione complessiva.

I presidenti di Regione chiedono interventi più severi, come confermato dal ministro Francesco Boccia, soprattutto dopo l’impennata di nuovi contagi di ieri (quasi 19mila nuovi positivi). “Io credo che nelle prossime ore nel paese servirebbe uniformare alcune misure sulle restrizioni per avere un comportamento più omogeneo”.

Rischio di chiusura per palestre e piscine

Le attività non essenziali che rischiano la chiusura sono le palestre e le piscine per le quali il protocollo aggiornato con misure ancora più stringenti non sarebbe più ritenuto sufficiente. E poi le sale giochi e i centri commerciali, affollati soprattutto nel weekend.

Fonte: Il Fatto Quotidiano


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