Nel mondo, per colpa della pandemia, ci sono fra i 119 e i 124 milioni di poveri indigenti in più e il Covid ha esasperato ulteriormente le diseguaglianze in Paesi e fra Paese e Paese, fra chi ha accesso alla salute e al welfare e chi no, aumentando anche la disoccupazione e le disparità di genere: lo ha denunciato l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che ieri, alla vigilia della Giornata mondiale della salute, ha lanciato un appello perché si migliori la salute di tutti.
Oms: la pandemia ha aumentato povertà e disuguaglianze
“Anche se senza dubbio abbiamo tutti subito le conseguenze della pandemia, i più poveri ed emarginati sono stati colpiti più duramente, sia in termini di decessi che nella perdita dei mezzi di sostentamento”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Secondo l’ente internazionale, si stima che la crisi sanitaria abbia portato tra 119 e 124 milioni di persone sotto la soglia della povertà estrema nel corso del 2020. Allo stesso tempo, sono emerse prove convincenti che dimostrano l’allargamento delle differenze di genere nelle percentuali di disoccupazione, con le donne che hanno abbandonato la forza lavoro in numero maggiore rispetto agli uomini, negli ultimi 12 mesi.
Afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus
Tedros Adhanom Ghebreyesus ha affermato: “la pandemia da Covid-19 ha prosperato tra le ineguaglianze della nostra società e alle falle del nostro sistema sanitario. È di fondamentale importanza che tutti i governi investano nel potenziamento dei propri servizi sanitari e rimuovano le barriere che impediscono a così tante persone di avere accesso alla sanità, in modo che tutti abbiano la possibilità di condurre una vita sana”.
Cinque azioni urgenti
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia quindi cinque azioni urgenti per un mondo più sano e più giusto. A partire dalla necessità di “Accelerare l’accesso equo alle tecnologie Covid-19“, rendendo disponibili e a tutti coloro che ne hanno bisogno vaccini sicuri ed efficaci, ma anche l’ossigeno medico mascherine, test diagnostici e medicinali.
La seconda azione urgente è quella di “Investire nell’assistenza sanitaria di base“: i governi dovrebbero raggiungere l’obiettivo raccomandato dall’Oms di spendere un ulteriore 1% del Pil a questo scopo e ridurre il deficit globale di 18 milioni di operatori sanitari.
Visto che in molti paesi, gli impatti socioeconomici della pandemia hanno superato l’impatto sulla salute pubblica del virus, la terza azione è “dare priorità alla salute e alla protezione sociale”: alcuni paesi hanno già messo in atto programmi di protezione sociale ma molti affrontano delle difficoltà a farlo.
La quarta azione è “Costruire quartieri sicuri, sani e inclusivi” e per capirne la necessità basti pensare che l’80% della popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema povertà vive nelle zone rurali.
Infine, l’Oms chiede di “Rafforzare i dati e i sistemi di informazione sanitaria“, come chiave per capire dove esistono le disuguaglianze e affrontarle. Il monitoraggio della disuguaglianza sanitaria dovrebbe essere parte integrante di tutti i sistemi informativi sanitari nazionali.
“La pandemia Covid-19 ha prosperato tra le disuguaglianze nelle nostre società e le lacune nei nostri sistemi sanitari”, afferma Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms,ma “ora è il momento di investire nella salute come motore di sviluppo”.
Nel mondo +11% di morti e +5% di nuovi casi
Nel mondo, il numero di morti a causa del Covid-19 è aumentato dell’11% la settimana scorsa, rispetto a quella precedente. A dirlo è il bollettino dell’Oms nel quale si legge che sono stati 71 mila i decessi registrati. I nuovi casi, si legge ancora, sono invece stati oltre 4 milioni, il 5% in più.
L’incremento maggiore ha riguardato l’Asia meridionale, dove i nuovi contagi sono aumentati del 36%, mentre i morti del 46%. Ciò è dovuto soprattutto ai nuovi casi positivi in Paesi come l’India. In quasi tutte le macro aree del pianeta vi è stato un incremento dei morti ad eccezione dell’Africa, dove i decessi sono invece diminuiti del 20%. In Europa i casi sono scesi del 2% dopo 5 settimane consecutive di crescita. I Paesi del ‘Vecchio Continente’ dove sono stati registrati più casi sono stati la Turchia (265.937) e la Francia (244.607).
A livello mondiale il Paese che ha avuto più nuovi casi nell’ultima settimana è l’India: sono stati 513.885 (+38% rispetto alla settimana precedente). Seguono il Brasile con 505.668 nuovi contagi (+5%) e gli Stati Uniti con 444.756 casi (+5%).