Il virologo Fabrizio Pergliasco non è affatto sorpreso della scoperta di una nuova variante del Covid-19. L’esperto dell’Università degli Studi di Milano interpellato dall’Agi sulla nuova mutazione rilevata in Gran Bretagna ha affermato che “di varianti ne sono state individuate già una dozzina. Quindi ce lo aspettavamo che prima o poi una avrebbe iniziato a circolare. Le differenze? È come l’altro ma più aggressivo”.
Pregliasco: “il nuovo Covid è come l’altro solo più aggressivo”
Pregliasco spiega che le “varianti fanno parte dell’adattamento del virus all’ospite. Questo ceppo ci è riuscito, è molto furbo, diciamo così. Ha trovato un meccanismo di aggressione più efficace. Non si diffonde più velocemente quindi, ma è più aggressivo, ha una contagiosità maggiore e quindi una capacità diffusiva maggiore ed è questo quello che preoccupa, ma non stupisce. La capacità infettante è la stessa”.
Che impatto ha il “nuovo” Covid sul vaccino?
“È prematuro pensare che possa avere una azione negativa sulla vaccinazione – afferma ancora Pregliasco – bisogna vedere dove sono esattamente le variazioni genetiche e come incidono sugli anticorpi. Questi virus si replicano in modo sistematico, non correggono gli errori di replicazione che potrebbero rappresentare una caratteristica vantaggiosa che diventa dominante. Paradossalmente, è un po’ come una sorta di “Negroni sbagliato”, per intenderci, che alla fine finisce per piacere e viene bevuto anche se “sbagliato” e si diffonde come variante che spopola”.
La nuova variante potrebbe arrivare in Italia
“Non è facile fermarlo, anche perché, nonostante il lockdown, vuoi che non ci sia qualcuno che si sposta dall’Inghilterra? La prima volta, il virus era arrivato dalla Cina e dalla Germania. Ora dall’Inghilterra, vai a capire come.” ha affermato Pregliasco.
“Ma la peculiarità del virus, anche di questo mutato, che lo rende perfido, sta nel fatto che la gran parte delle infezioni sono inapparenti. Il Sars-Cov-1 contagiava in sintomaticità, quindi si individuava e si poteva spegnere l’infezione. Qui invece, ci sono gli asintomatici e la cosa sfugge. Va dato atto comunque, che rispetto al passato, i nostri laboratori hanno grande capacità di monitorare le variazioni e la tempistica delle informazioni è molto più rapida, all’avanguardia”.