Terza dose: per Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico, “con un terzo richiamo, almeno dopo 6 mesi, non solo l’efficacia viene riportata ai livelli iniziali ma speriamo, in analogia con tanti altri vaccini, che sia duratura per anni”. Lo ha detto Abrignani all’indomani dall’avvio della somministrazione della terza dose di vaccino Covid ai soggetti fragili e più a rischio facendo il punto della situazione sul richiamo e rassicura sugli effetti positivi che questa decisione potrà avere.
Tersa dose di vaccino anti Covid: la parola di Abrignani
Nel corso di una intervista al Corriere della Sera, Abrignani ha infatti spiegato che “nella storia dei vaccini, i richiami con una terza dose distanziata diversi mesi nel tempo sono la normalità“. L’essere arrivati solo ora a stabilire la necessità di una terza dose anche contro il Covid è dipeso dal fatto che “c’era bisogno di avere i vaccini il prima possibile e aspettare altri 6-8 mesi per concludere una sperimentazione con triplice dose avrebbe significato rassegnarsi a vedere morire tante altre persone“.
“Ulteriori richiami, se necessari, dopo 5-10 anni”
Le due dosi, ha continuato, “conferiscono protezione e rispondono anche alla variante Delta. Però si è visto che, come la maggior parte dei cicli ravvicinati, inducono una risposta immunitaria di breve durata e che quindi la protezione dopo 6-8-mesi si riduce dal 90 al 60% circa“. Dunque, più protetti e più a lungo, come dimostra l’esperienza con altre patologie e “con tanti altri vaccini (come quelli per Epatite B, Meningococco B, Poliomielite, Hemofilus, Tetano, Difterite, Pneumococco, Pertosse) che ci fa ben sperare che ulteriori richiami, se necessari, ci interesseranno dopo 5-10 anni“, ha aggiunto Abrignani.
Terza dose: il parare degli esperti
Sulla questione terza dose, gli esperti hanno espresso pareri discordanti. Se per Guido Rasi, ex direttore Ema e oggi consulente del generale Figliuolo, “non ci sono dati sufficienti per una terza dose a tutti, ma è giusto iniziare da persone fragili, operatori sanitari e over 65. È l’indicazione dell’Fda e sarà probabilmente quella dell’Ema“, per Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, “nell’immediato, e nella stragrande maggioranza dei casi, non c’è necessità di una terza dose. Ci sarebbe da capire, e questo sarebbe compito dei medici, chi non ha risposto sufficientemente alle prime due o comunque ha una situazione tale da richiedere un richiamo. Appare molto probabile che alla fine servirà la terza dose, forse non necessariamente con questo vaccino“.
Pregliasco: “terza dose ciclo di conferma e rinforzo”
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano ha invece ribadito che “si sta prendendo atto che c’è la necessità di fare una dose ulteriore, una schedula a tre dosi per le persone immunodepresse e la terza dose si potrà fare già a 28 giorni dalla seconda perché si tratta proprio di un ciclo di conferma e di rinforzo, perché si è visto che questi vaccini dopo 6 mesi cominciano a perdere un po’ di efficacia nel prevenire l’infezione. La cosa non ci inquieta più di tanto perché per i coronavirus nemmeno i guariti sono sicuri di rimanere protetti. Al momento la FDA ha detto di vaccinare con la terza dose le persone fragili, dopodiché vedremo in autunno-inverno, dove purtroppo credo che un colpo di coda del virus ci sarà e allora forse dovremo fare un richiamo universale. Io però immagino una prospettiva dove il vaccino anti-Covid si affiancherà a quello antinfluenzale, con la stessa modalità, quella di offrire il richiamo annuale soprattutto alle persone più a rischio“.
Quasi 7mila italiani hanno ricevuto la terza dose
Intanto, gli italiani che hanno già ricevuto la terza dose di vaccino Covid in 24 ore sono 6.803, lo 0,73% della popolazione oggetto di dose aggiuntiva/richiamo. Dopo i soggetti fragili, secondo le indicazioni del commissario straordinario Figliuolo si procederà con altre categorie, secondo un calendario diverso regione per regione. “Nei prossimi giorni il Cts dovrà fornire le ultime indicazioni e poi andremo avanti per chi ha più di 80 anni, gli ospiti delle Rsa e i sanitari in modo da meglio preservare chi più ne ha bisogno“, ha precisato il Generale, sicuro di poter raggiungere l’obiettivo dell’82% di persone completamente vaccinate e una percentuale superiore di prime dosi entro metà ottobre.