“Natale sarà sicuramente molto meno ‘ristretto’ dell’anno scorso, ma il buon senso ci dice che ci si deve attrezzare perché la pandemia non è finita. Anche per queste festività natalizie, pranzi familiari troppo affollati devono essere evitati. Attenzione e buon senso. Un po’ più di tranquillità ci può essere nelle famiglie dove sono tutti vaccinati” dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già docente di Malattie infettive all’università Statale di Milano.
Galli invita a gestire “con particolare buon senso” i contatti dei bambini, “che non sono vaccinati”, con i nonni e le persone fragili. “Chi si ritrova in casa persone particolarmente vulnerabili deve avere le necessarie attenzioni. E’ un appello al buon senso“, ribadisce Galli che della sua cena di Natale non ha “la più pallida idea. Non sono di quelli che organizza in largo anticipo il Natale. Per me è ancora lontanissimo. Ma abitualmente, e in particolare in questa situazione, si fanno cose non particolarmente affollate”, conclude.
“Per fare previsioni per il Natale dobbiamo vedere come andranno le prossime 3-4 settimane, ma, ribadisco, giù le mani dal Natale: nessuno osi minimamente mettere limitazioni per le feste – dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – Sarà un Natale come quelli pre-Covid, ma non possiamo pensare lontanamente che non sarà un Natale sereno perché qualcuno ha deciso di non vaccinarsi. Il Governo e le istituzioni devono trovare una soluzione perché in qualche modo il Natale va tutelato e se ci sarà un ulteriore incremento dei casi tra i non vaccinati, eventuali limitazioni, come il lockdown, dovranno essere solo per i non vaccinati”. “Dobbiamo tutelare tutti quelli che si sono immunizzati per salvare anche il Natale e hanno dimostrato di essere dei bravi cittadini – aggiunge – Chi invece non l’ha fatto è giusto che venga limitato in alcune attività anche durante le feste: penso quindi ai ristoranti, ai locali, ai cenoni, ai teatri, ai cinema”.
“Siamo al limite. Con questo ritmo a Natale arriveremo a 25-30mila contagi” da Covid-19 “al giorno e alla saturazione delle terapie intensive, ovvero al superamento della soglia del 10%” è lo scenario disegnato per le prossime festività dal virologo Francesco Menichetti, già primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa. “Subito dopo Natale – dice all’Adnkronos Salute – potremmo superare anche la soglia del 15% delle degenze ordinarie”. Previsioni che Menichetti ricava facendo una proiezione dei numeri attuali. “Noi abbiamo 7 milioni di non vaccinati, abbiamo vaccinato il 79% della popolazione ovvero l’84% dei vaccinabili; però se di questi 7 milioni” di non immunizzati “si infetta il 5-10%, noi potremmo avere tra i 350mila e i 700mila infetti. Degli infetti vanno a finire in ospedale all’incirca il 2,5% e anche la stima più conservativa ci porta a 9-10mila ricoveri”.
Il limite di 8 persone a tavola
“Limitarsi a 6-8 persone ai pranzi di Natale, stare attenti con i bambini e con gli anziani, usare la mascherina” le raccomandazioni che dà Menichetti in vista delle prossime festività che si prospettano “ancora a rischio”. “Abbiamo il problema del calo delle immunità tra i vaccinati più avanti con gli anni, abbiamo una grande circolazione di virus tra i bimbi e poi – ribadisce all’Adnkronos Salute il medico – ci sono ancora 7 milioni di non vaccinati. Quindi la raccomandazione – afferma Menichetti – è di essere noi stessi, al di là di restrizioni imposte, responsabili e prudenti evitando aggregazioni gigantesche e mantenendo il solito galateo che ci deve guidare anche e soprattutto nei momenti, come quello natalizio, che sono potenzialmente di abbandono, nel contesto familiare e amicale, delle norme precauzionali. E a chi dice ‘allora che ci siamo vaccinati a fare?’ ricordo che il vaccino serve e lo sta dimostrando a svuotare i cimiteri e gli ospedali. Ma – conclude – è sempre meglio non infettarsi”.
“Mascherina sempre all’interno e all’esterno, via i tamponi dal Green pass e controlli alle frontiere per chi arriva dell’Est Europa”. E’ questa la ‘ricetta’ di Massimo Ciccozzi, docente di Statistica medica ed Epidemiologia all’università Campus Biomedico di Roma, per salvare il Natale. “La situazione – dice l’epidemiologo all’Adnkronos Salute – è ancora sotto controllo, soprattutto per quel che riguarda gli ospedali dove siamo sotto le soglie sia per la terapia intensiva che per il ricovero ordinario. Ma l’incidenza aumenta e in Italia spinge molto il Nord-est dove ci sono tanti contagi, però prima di dire che il Natale è a rischio – frena Ciccozzi – aspettiamo di vedere quel che succede a fine novembre perché se, come io spero anche se è solo una speranza, noi dovessimo avere il picco a novembre, è fatta. Certo è che dobbiamo stare attenti, non dobbiamo abbassare la guardia”.
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