Mascherine, smart working, limiti agli eventi: sono le misure ipotizzate se dovesse peggiorare l’epidemia covid in Italia, visto l’aumento dei contagi e in particolare dei ricoveri, come evidenzia una nuova circolare del ministero della Salute, al momento ancora in bozza e all’esame delle Regioni – apprende l’Adnkronos Salute – in cui si forniscono alcune indicazioni in vista della stagione fredda.
Cosa fare se l’epidemia da Covid peggiora
Nel caso di “un evidente peggioramento epidemiologico” di Covid-19 “con grave impatto clinico e/o sull’assistenza sanitaria e/o sul funzionamento dei servizi essenziali”, l’uso delle mascherine “in spazi pubblici chiusi potrà essere una prima opzione per limitare la trasmissione nella comunità. Analogamente, nel caso di un sensibile peggioramento dell’epidemia, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.
L’ondata estiva di Covid-19, causata da Omicron BA.4 e BA.5, ha evidenziato”, si legge in premessa nella bozza della circolare, “che la pandemia non è ancora terminata”. “Diversi fattori contribuiscono a rendere incerte l’evoluzione epidemiologica e le ricadute sul sistema sanitario in termini di domanda di assistenza”: dalla comparsa di nuove varianti virali in grado di aumentare la trasmissibilità o la gravità clinica dei casi, al grado di adesione alla campagna vaccinale (quarta dose) e all’osservanza delle misure igienico-sanitarie e comportamentali, fino alla co-circolazione di altri virus respiratori (influenzali, parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale, ecc.).
Come affrontare l’autunno e l’inverno
“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi – per il terzo anno consecutivo – ad affrontare un autunno e un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute”, si legge nella bozza del documento.
“Il futuro della pandemia da Sars-Cov-2 non dipende solo da nuove varianti che possono emergere e sostituire quelle precedentemente circolanti, ma anche dai comportamenti e dallo stato immunitario della popolazione. È particolarmente importante evitare la congestione delle strutture sanitarie limitando l’incidenza di malattia grave, proteggendo soprattutto le persone più fragili e influendo su fattori modificabili per cui i sistemi sanitari e la società devono continuare ad adattare la loro risposta all’andamento epidemico del Sars-Cov-2”.
“Nel periodo autunno-inverno 2022-2023, il Ministero e le altre Istituzioni nazionali continueranno ad assicurare una comunicazione chiara, completa e basata su evidenze scientifiche allo scopo di favorire una aderenza consapevole alle raccomandazioni istituzionali”, si legge ancora nel provvedimento firmato dal direttore della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Giovanni Rezza e della programmazione sanitaria Stefano Lorusso.
Le vaccinazioni
E ancora, sulle vaccinazioni: “nella stagione autunno-inverno 2022-2023, l’obiettivo della campagna vaccinale sarà quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione”. Pertanto sarà prioritario – secondo il ministero – “considerare nella preparazione e nell’attuazione delle nuove strategie vaccinali” una serie di fattori tra i quali la prosecuzione della campagna vaccinale in corso, colmando le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati; la possibilità di combinare le campagne di vaccinazione contro Covid-19 e influenza e programmi di vaccinazione con vaccini adattati, identificando gruppi di popolazione prioritari ed assicurando che ci sia una disponibilità sufficiente di dosi.
Infine – secondo il dicastero della Salute – “l’individuazione dei casi attraverso i test, l’isolamento dei casi e la ricerca mirata dei contatti continuano ad essere strumenti utili per gestire l’epidemia da SarS-CoV-2”. “La ricerca dei contatti e la quarantena dovrebbero prioritariamente essere condotte ed applicate in individui a rischio di malattia grave, contesti ad alto rischio (assistenza sanitaria, case di cura e strutture di assistenza a lungo termine), e in situazioni di maggiore preoccupazione (ad esempio, una variante emergente di interesse o preoccupazione)”.