Quali sono i sintomi della nuova variante Covid Pirola arrivata in Italia? La nuova variante covid BA.2.86, già ribattezzata Pirola, è arrivata in Italia. La conferma arriva da Brescia, dove il team di Arnaldo Caruso, presidente della società italiana di virologia (Siv-Isv), ha isolato l’ultima mutazione del Sars-CoV-2, che all’estero desta qualche timida preoccupazione. “Abbiamo effettuato quello che risulta essere il primo isolamento di BA.2.86 nel nostro Paese”, ha spiegato a Il Giorno Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia. L’isolamento della variante Pirola, ha precisato Caruso, è avvenuto dal campione di “un paziente fragile portato alla nostra attenzione. Il sequenziamento è in corso”. Cosa sappiamo finora su questa nuova variante? Parola agli esperti.
Covid: quali sono i sintomi della nuova variante Pirola
Per questa variante, che prende il nome tecnico di BA.2.86, il pool di esperti internazionali che monitora le varianti di Sars-CoV-2 ha scelto Pirola. Ma di cosa si tratta? Pirola è un asteroide scoperto nel 1927, che a sua volta deve il suo nome a una pianta erbacea, la Pyrola. “Assolutamente non c’è alcuna evidenza che si tratti di una variante più patogena o più aggressiva delle precedenti”, ha spiegato lo specialista.
Tuttavia, “una volta concluso il sequenziamento completo del virus isolato, attualmente in corso, sarà sicuramente da valutare se in questo ceppo particolare ci sono mutazioni che possono far pensare a una resistenza alla vaccinazione”. Al momento in Italia la variante dominante è Eris, secondo le ultime statistiche dell’Istituto superiore di sanità (Iss): i più recenti aggiornamenti dei vaccini sembrano tuttavia efficaci per contrastarla. Meno aggressiva, per il momento, risulta invece la variante Pirola, rilevata per la prima volta in Danimarca a fine luglio, e poi osservata in Israele, Stati Uniti, Regno Unito e Sudafrica.
Gli studi
La variante BA.2.86 di Sars-CoV-2 “preoccupa perché ha una trentina, forse anche più, di mutazioni nella proteina Spike” che il coronavirus utilizza per ‘agganciare’ le cellule bersaglio. “Mutazioni che possono influire sulla contagiosità e quindi Pirola è assolutamente candidata a diventare prevalente”, dice all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano. I sintomi riportati dai pazienti e constatati dai medici non sono significativamente diversi da quelli che si manifestano con altre varianti, e includono tosse, mancanza di fiato e febbre. Nessun caso è stato classificato come grave, per ora. Gli studi sono però ancora preliminari e necessitano di essere confermati.
I sintomi
La presenza della variante BA.2.86 o Pirola anche in Italia, dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di malattie infettive all’ospedale Policlinico San Martino di Genova, “non è un elemento di preoccupazione, come non lo è stata nessuna altra variante isolata fino a oggi. Anche in Usa dove Pirola è dominante non mi pare ci sia stato un aumento della gravità dei casi, ma una curva che è salita e poi rapidamente scesa. È la storia delle varianti, l’abbiamo imparata: hanno un interesse scientifico, quindi congratulazioni al collega di Brescia, Arnaldo Caruso, ma devono rimanere argomento di puro interesse scientifico e non diventare un tema di discussione al bar o nei talk show. Lasciamole agli scienziati, perché ogni volta che è apparsa una variante nuova c’è chi ha fatto allarmismo, ma oggi basta ‘al lupo al lupo’”.
In generale le persone vaccinate che non presentano fattori di rischio e manifestano i sintomi tipici del covid possono assumere paracetamolo o ibuprofene e all’occorrenza altri farmaci da banco per alleviare i sintomi dell’infezione virale, spiegano gli esperti. Nel caso in cui non si sia vaccinati, sarà il medico a decidere se è opportuno procedere con il farmaco antivirale “paxlovid” o, se insorge una polmonite, con cortisone. In tutti i casi è una buona precauzione evitare di ricorrere all’automedicazione, evitando così qualsiasi conseguenza.