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Covid, tre anni fa il primo lockdown nazionale. Dalla chiusura totale ai colori: le tappe

Quando è iniziato il primo lockdown in Italia? Tre anni fa, il 9 marzo del 2020, iniziava un lungo e tortuoso percorso di restrizioni per gli italiani, costretti a rinunciare a molti aspetti delle loro vite a causa della pandemia Covid. Il 9 marzo del 2020 entrò in vigore il dpcm dell’allora premier Giuseppe Conte il quale, di fatto, chiuse la maggior parte delle attività, limitando le uscite allo stretto essenziale.

Covid, quando è iniziato il primo lockdown in Italia: l’anniversario

Prima le zone rosse limitate al Lodigiano e a Vo’, successivamente quelle in Lombardia e in 14 province del Centro Nord, ma il Dpcm che estende a tutta Italia il lockdown per provare a contenere la diffusione del coronavirus è del 9 marzo 2020. Sono passati tre anni dal provvedimento firmato dall’allora premier Giuseppe Conte e da quel giorno si sono susseguiti una serie di decreti che hanno prima riaperto e poi chiuso ancora una volta diverse zone del Paese, a seconda dell’andamento della pandemia.


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Cosa stabiliva il dpcm del 9 marzo 2020

Il Dpcm del 9 marzo dispone restrizioni per l’intero Paese, che diventa un’unica zona rossa. L’11 marzo è il giorno del lockdown, annunciato da un discorso di Conte in tv: non si può uscire se non con una “autocertificazione”, per motivi di lavoro, di salute o per fare la spesa. Tutto il resto è chiuso: negozi, scuole, ristoranti, eventi pubblici di ogni tipo

Il 22 marzo un nuovo Dpcm fissa nuovi limiti: vengono chiuse anche le attività produttive non essenziali o strategiche. Restano aperti solo alimentari, farmacie, negozi di generi di prima necessità e i servizi essenziali. Nessuno può spostarsi da un Comune all’altro se non per comprovate necessità

Il primo aprile arriva un nuovo Dpcm, ancora annunciato da Conte in tv: il lockdown è prorogato fino al 13 aprile. Il 10 aprile però, a pochi giorni da Pasqua, il lockdown viene allungato fino al 3 maggio.

Pasqua 2020 in lockdown

Gli italiani trascorrono Pasqua e Pasquetta in lockdown. Da Nord a Sud in quei giorni festivi vengono rafforzati i controlli delle forze dell’ordine. A Pasqua sono quasi 14mila le sanzioni per chi non ha rispettato il Dpcm. Il 26 aprile, nuovo Dpcm e nuovo annuncio del premier Conte: il decreto stabilisce la riapertura di molte attività per il 4 maggio, in quella che viene definita la fase 2 dell’emergenza Covid.


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La prima estate col Covid

Dal 15 giugno via libera anche per i cinema. Riprendono, inoltre, gli spettacoli aperti al pubblico, le sale teatrali, sale da concerto e altri spazi anche all’aperto, e riparte lo sport professionistico. Il 20 giugno torna la Serie A a oltre 100 giorni dopo l’ultima partita. Misure che un altro Dpcm il 14 luglio proroga fino alla fine del mese, poi fino al 7 settembre e infine fino al 7 ottobre

Il coprifuoco

Arriva il Dpcm numero 19 con il quale, a partire dal 6 novembre, viene stabilito il divieto di muoversi su tutto il territorio nazionale dalle ore 22 alle 5 del mattino successivo. Tra le altre misure dad obbligatoria nelle scuole superiori, stop ai centri commerciali nei weekend, riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici.


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Il 3 dicembre viene emanato un nuovo dpcm, che detta le regole per le feste natalizie. Fra le misure il divieto di spostarsi tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Vietato uscire dal proprio comune il 25, 26 dicembre e il 1 gennaio. In questi tre giorni ristoranti aperti solo a pranzo. Divieto di uscita per Capodanno dalle 22 alle 7 del mattino; chiusura dei centri commerciali nei fine settimana.

La situazione dopo tre anni

Oggi, a tre anni di distanza, la situazione è radicalmente cambiata. Il Covid continua a circolare, ma con meno forza e soprattutto senza quasi più vittime. Abolite quasi totalmente le restrizioni, la campagna vaccinale ha fatto registrare una decisa frenata ed è stata sospesa anche la comunicazione quotidiana relativa ai contagi.

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