Dalle indagini sulla morte di Lorena Vezzosi e Stefano Del Re a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, sono emersi degli elementi che farebbero presagire che non si sia trattato di un incidente, ma di un vero e proprio femminicidio-suicidio. Cosa non quadra nella ricostruzione dei fatti?
Lorena Vezzosi e Stefano Del Re, incidente o femminicidio-suicidio?
I carabinieri stanno studiando attentamente le immagini delle telecamere che hanno ripreso l’esatto momento in cui l’auto con a bordo Lorena Vezzosi e Stefano Del Re è precipitata nel fiume Po, per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.
Alcuni elementi emersi però avrebbero aperto un’ipotesi, ancora da verificare: quella che più che un indicente si sia potuto trattare di un femminicidio-suicidio, e quindi un’intenzionalità nel gesto da parte dell’uomo, soprattutto se si guarda al passato dei due.
La storia di Lorena Vezzosi e Stefano Del Re
Lorena Vezzosi, 51 anni, e Stefano Del Re 53 anni, sono ex coniugi, entrambi originari della provincia di Cremona. In seguito al trasferimento della coppia in provincia di Rimini la storia tra i due sarebbe arrivata al capolinea con una separazione tutt’altro che serena.
Dalle testimonianze è emerso che la donna avesse confidato alle amiche la paura di salire in macchina con l’uomo in quanto non si fidava molto di lui e che l’uomo invece avesse confidato ai propri amici di non aver vissuto bene la separazione e di temere che Lorena potesse avere un altro.
L’ipotesi di femminicidio-suicidio
La sera di giovedì 4 luglio i due ex coniugi sono usciti per andare a cena insieme, dopodiché intorno alle tre del mattino l’auto con a bordo i due è precipitata nel fiume Po causando la morte di entrambi.
Una delle ipotesi è però quella che la donna fosse già morta prima che avvenisse l’incidente in quanto dal video si può vedere lui, preso dall’istinto di sopravvivenza, che cerca di fare di tutto per salvarsi, mentre lei rimane immobile.
C’è quindi la probabilità che lei fosse sotto effetto di narcotici da lui somministratigli con l’inganno durante la cena (l’uomo lavorava in una Rsa, per cui non gli sarebbe risultato troppo difficile reperirli) o che la donna fosse appunto già senza vita a bordo dell’auto.
Ad ogni modo domani, 8 luglio, con l’autopsia queste ipotesi potranno essere confermate o rinnegate.
Ciò che ora preme ai carabinieri scoprire sono anche altri elementi che potrebbero rivelarsi utili ai fini delle indagini, e cioè dove siano stati i due dalla fine della cena fino al momento dell’incidente alle 3 del mattino e se il saluto ai genitori prima di uscire non possa essere interpretato come l’ultimo da parte di lui prima di commettere il probabile gesto fatale.