Cronaca

Il Viminale ha diffuso le immagini aggiornate dei cinque latitanti più pericolosi del nostro Paese: ecco chi sono

Secondo il Viminale, sarebbero cinque i criminali latitanti più pericolosi del nostro Paese: Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi, Rocco Morabito, Renato Cinquegranella e Attilio Cubeddu.

Ecco chi sono i cinque latitanti più pericolosi secondo il Viminale

Cinque pericolosi latitanti che ancora sfuggono alla giustizia a cui, comunque, si continua a dare la caccia. Il Viminale ha diffuso, oggi, le lofo foto segnaletiche aggiornate e le informazioni basate sulle più recenti indagini.

Matteo Messina Denaro

Il criminale più ricercato d’Italia ha fatto perdere le sue tracce nel ’93, dopo una vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Graviano. Messina Denaro è ricercato per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altro. Protagonista di un numero mai effettivamente quantificato di omicidi, fu uno degli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nell’acido dopo 779 giorni di prigionia

Giovanni Motisi

Palermitano, 59 anni, ricercato dal ’98, è accusato di associazione di tipo mafioso e strage. È stato il killer di fiducia di Totò Riina. Il suo ultimo avvistamento certo nel 1999, alla festa di compleanno della figlia. Poi più nulla.

Rocco Morabito

Dopo 23 anni di latitanza, è stato catturato a Montevideo il 4 settembre 2017 in un’operazione eseguita grazie alla banca dati dell’Interpol in cui sono stati incrociati i dati dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e della polizia brasiliana. Morabito è evaso il 24 giugno 2019 insieme ad altri tre detenuti dal carcere “Central” di Montevideo.

Renato Cinquegranella

Boss della camorra napoletana, classe 1949, Renato Cinquegranella è praticamente scomparso nel nulla dal 2002. Ricercato per associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, il suo nome compare nelle cronache di uno degli omicidi che più ha segnato Napoli, il massacro del capo della Mobile Antonio Ammaturo e del suo autista, Pasquale Paola, il 15 luglio 1982 per mano delle Brigate Rosse.

Attilio Cubeddu

Nato ad Arzana nel 1947, noto fin da giovanissimo alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti penali, prese parte ai sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, messo a segno in Toscana nel 1981, e si diede alla latitanza. Arrestato nell’aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere. Dal 1998 è ricercato in campo internazionale, anche se all’epoca si fece strada l’ipotesi che fosse morto, forse ucciso da Giovanni Farina, un suo complice, per non dividere il denaro del riscatto per il Sequestro Soffiantini.