Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine delle Consultazioni al Quirinale, ha dato il via libera alla formazione di un governo sostenuto dalle stesse forze di maggioranza. Alle 19.30 di oggi, venerdì 29 gennaio 2021, è previsto l’incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico, al quale sarà affidato il mandato esplorativo. Ma che in cosa consiste?
Cos’è il mandato esplorativo
La definizione della Treccani recita: il mandato esplorativo è “l’incarico che il capo dello Stato affida a un uomo politico per una prima indagine sulla possibilità di formare un governo”. La sua definizione non è contenuta nella Costituzione né in altre leggi, ma la sua attuazione si basa su una prassi non codificata.
La sua esistenza, comunque, viene sottolineata anche sul sito di Palazzo Chigi, quando si parla della possibilità di formare un governo e degli incarichi che può affidare il capo dello Stato. “Anche se non espressamente previsto dalla Costituzione, il conferimento dell’incarico può essere preceduto da un mandato esplorativo che si rende necessario quando le consultazioni non abbiano dato indicazioni significative”.
Il mandato esplorativo nella pratica
Il mandato esplorativo si traduce, di fatto, in delle nuove consultazioni, che non vengono però tenute dal presidente della Repubblica, ma avvengono in maniera più informale. A occuparsene, solitamente, è un’altra figura istituzionale, che avvia così dei propri confronti con le forze politiche e parlamentari.
A chi viene affidato l’incarico esplorativo
Il mandato esplorativo viene affidato a chi non ha l’obiettivo di diventare il presidente del Consiglio, non a un leader di un partito quindi. Il suo compito è quello di verificare l’esistenza di una possibile maggioranza, in parte facendo le veci del capo dello Stato nello svolgimento di questo compito. L’incarico è stato finora sempre affidato ai presidenti della Camera o del Senato. Chi riceve il mandato apre una serie di incontri, un ciclo di consultazioni, con le forze politiche.
Alla fine riferisce al presidente della Repubblica l’esito di questo confronto e spetta poi al capo dello Stato capire se sono stati fatti passati avanti. Il capo dello Stato, inoltre, può decidere – una volta concluso l’incarico esplorativo – di affidarne subito un altro a un’altra figura, o per verificare ipotesi di maggioranze diverse (è successo nel 2018 con Casellati e Fico) o per provare a rafforzare l’ipotesi di una specifica maggioranza. La differenza rispetto al pre-incarico, invece, è che non viene affidato a chi potrebbe effettivamente diventare presidente del Consiglio.