Il premier Giuseppe Conte ha la maggioranza relativa al Senato. Il Governo ha ottenuto la fiducia anche a Palazzo Madama dopo il passaggio di ieri alla Camera con 321 sì. Ma cosa succede adesso?
È la domanda che in molti si stanno ponendo nelle ultime ore. Vediamo insieme i due scenari possibili e cosa potrebbe cambiare.
Il Senato vota la fiducia a Conte: cosa succede adesso?
I senatori che hanno votato a favore della fiducia all’esecutivo sono 153, altri 140 invece hanno votato no. I parlamentari di Italia Viva si sono astenuti.
La maggioranza assoluta al Senato era fissata a quota 161. Il presidente del Consiglio raccoglie il risultato positivo in entrambe le Camere, anche se gli astenuti pesano sulle sorti future del Governo.
Il Conte bis va avanti e supera la crisi aperta da Matteo Renzi e Italia Viva la scorsa settimana. Ora bisognerà capire se ci sarà un rimpasto nell’esecutivo o si andrà avanti con questa formazione. Cosa succede? Ecco i possibili scenari.
Conte ha la maggioranza relativa, ma non si dimette
È al momento l’ipotesi più probabile: al Senato la lancetta dei senatori che votano la fiducia si ferma intorno a quota 155, sei senatori in meno di quota 161, che equivarrebbe alla maggioranza assoluta.
Sarebbe un governo di maggioranza relativa: ci sono diversi precedenti storici, da D’Alema a Berlusconi, da Moro a Fanfani. Conte andrebbe avanti indebolito ma ci sarebbe spazio per rafforzare la maggioranza nelle settimane successive magari con un rimpasto. Mattarella prenderebbe atto della situazione, Italia Viva resterebbe fuori dal perimetro della maggioranza, ma restando decisiva con l’astensione.
Conte ottiene una fiducia bassa e si dimette
Al Senato Giuseppe Conte prende sempre una fiducia sostenuta da una maggioranza relativa, sotto quota 161, ma invece di tirare dritto con un governo indebolito, che avrebbe difficoltà ad affrontare provvedimenti che hanno bisogno in Parlamento della maggioranza assoluta, come lo scostamento di bilancio, decide di salire al Colle, si dimette, ottiene un reincarico e quel punto si lavora ad un nuovo governo.