Guerra

Russia – Ucraina, rischiamo davvero una guerra nucleare?

La guerra tra Russia ed Ucraina rischia di scatenare un conflitto nucleare? È questa la domanda che in molti si pongono in queste ore, poco dopo l’inizio dell’invasione da parte delle truppe russe in territorio ucraino. “Ho preso la decisione di un’operazione militare” ha detto Vladimir Putin nel video diffuso poco prima delle 6 del mattino a Mosca.
Spiegando che “un ulteriore allargamento della Nato ad est è inaccettabile” e che quelli dell’Alleanza atlantica sono “comportamenti immorali“. Na aggiunto che “non è nei piani della Russia l’occupazione dell’Ucraina”. Evidente la propaganda: “Lo scopo dell’attacco è denazificare e demilitarizzare Kiev”.

Leggi anche:

Russia – Ucraina, la minaccia di una guerra nucleare

Il presidente russo ha avvertito gli altri paesi che qualsiasi tentativo di interferire con l’azione russa porterebbe a “conseguenze che non hanno mai visto“. Il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, afferma che “Le difese aree dell’Ucraina sono state soppresse”. Ma cosa intende Vladimir Putin per “conseguenze mai viste”? Impossibile non pensare ad un attacco nucleare. 

A questo proposito, ancora prima che le cose precipitassero, e precisamente nel 2019, un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton ha simulato una guerra nucleare tra Russia e Stati Uniti (più NATO) facendo registrare dei numeri, in termini di vite umane, davvero terribili.

Il team dell’Università di Princeton, guidato da Alex Glaser, esperto di ingegneria e affari internazionali, ha condotto uno studio simulando al computer lo scoppio di una guerra nucleare tra le due superpotenze, ipotizzando i possibili vettori di lancio impiegati nel conflitto e gli esiti che si potrebbero registrare già nelle prime tre ore.

Chi è in possesso di armi nucleari nel mondo

Il numero esatto di testate nucleari a disposizione di ciascuno Stato è un segreto nazionale: per la maggior parte degli Stati con armi nucleari esistono solo stime basate su analisi di esperti, dichiarazioni pubbliche e fughe di notizie; a ciò fanno eccezione gli Stati Uniti e la Russia che, sulla base della serie di trattati START, devono sottoporre i propri arsenali nucleari a periodiche ispezioni pubbliche. Il numero di testate nucleari totali comprende sia le testate effettivamente attive e funzionanti, sia quelle poste in riserva e stoccate in arsenale.

Da una punta massima di 65.000 testate nucleari attive nel 1985, si è passati a circa 17.300 testate nucleari totali alla fine del 2012, di cui 4.300 operative ed il resto in riserva; la distinzione tra testate “operative” ed “in riserva” è molto esile, visto che le seconde possono essere portate a livelli operativi nel giro di pochi giorni o settimane.

Chi ha la bomba atomica oggi?

I Paesi che possiedono arsenali comprensivi della bomba nucleare sono 9: Russia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Pakistan, Israele, Corea del Nord e India. Per quanto riguarda Israele ufficialmente non è titolare di testate nucleari anche se ufficiosamente si sa che dovrebbe averne attive 80.

Cosa si intende per inverno nucleare e quanto dura

Con inverno nucleare o atomico mondiale si intende il periodo successivo ad un’ipotetica guerra termonucleare su scala planetaria o regionale. Basandosi sugli effetti riscontrati durante le esplosioni atomiche avvenute ad Hiroshima e Nagasaki sul finire della Seconda Guerra Mondiale, sui vari esperimenti nucleari portati a termine da molti stati nel periodo post-bellico e sugli effetti del disastro di Černobyl’, gli scienziati hanno elaborato diverse teorie riguardanti questo periodo.


crisi-russia-ucraina-guerra-nucleare-quando-dove


Grazie ai venti che trasporterebbero le polveri radioattive, si andrebbe a costituire uno scudo uniforme impermeabile ai raggi solari. Questo farebbe precipitare le temperature nell’atmosfera. La combinazione tra le basse temperature, la continua oscurità e le radiazioni dovute alle esplosioni atomiche produrrebbero sconvolgimenti climatici tali da compromettere irrimediabilmente la vita delle specie animali e vegetali.

Negli studi commissionati durante gli anni ottanta si tenne conto del fatto che al momento dell’esplosione un moto convettivo, cioè il fungo atomico, trasporta rapidamente tutte le polveri verso strati più alti. Questo dovrebbe creare una uniforme nube di polvere e cenere radioattiva sospesa nell’aria fra i 1000 e i 2000 metri da terra. La nube accumulerebbe l’energia solare e farebbe salire le temperature degli strati della tropopausa ed alta troposfera fino a 80 °C, mentre la superficie della Terra rimarrebbe protetta dai raggi solari e si raffredderebbe in media di 40 °C.

Esistono teorie contrapposte sulle porzioni di superficie terrestre che verrebbero coperte. Alcune teorie sostengono che le polveri di 100 atomiche non termonucleari da 15 kt, cioè di capacità distruttiva tattica come quella di Hiroshima, lanciate da paesi di zone subtropicali non si stabilizzerebbero in zona, ma coprirebbero uniformemente la superficie terrestre. La sopravvivenza sulla superficie sarebbe del tutto impossibile a causa delle temperature, delle frequenti piogge radioattive e della precipitazione di agenti cancerogeni.

Leggi anche:

RussiaUcrainaVladimir Putin