Emergono nuovi dettagli relativi al crollo della funivia del Mottarone avvenuto ieri, domenica 23 maggio. Nella tragedia hanno perso la vita 14 persone. Stando a quanto hanno dichiarato i soccorritori, oltre alla rottura del cavo, sembra che non abbia funzionato il freno di emergenza. Le ultime notizie.
Crollo funivia del Mottarone: le ultime notizie
Oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina. “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – dice il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini -: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”.
“La mancata attivazione del freno ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”. La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota.
Una scena terribile
“Quello che ho visto – aggiunge poi Gasparini ai microfoni di News Mediaset – è una scena terribile: i corpi erano stati scaraventati fuori dalla cabina, erano sparsi sul terreno. Sono immagini scioccanti che non potrò dimenticare, me le porterò dentro per moltissimo tempo”
Le operazioni di soccorso
Il tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese nella Centrale Operativa del 118 piemontese, in stretto coordinamento con il personale sanitario, ha inviato sul luogo due elicotteri del Servizio Regionale di Elisoccorso dalle basi di Borgosesia e Alessandria, mentre l’elicottero 118 della base di Torino veniva inviato a Borgosesia e mantenuto in stand by. Le equipe elitrasportate sul posto hanno individuato i due superstiti e hanno proceduto con le manovre di rianimazione cardiopolmonare prima di stabilizzare i due pazienti, entrambi minorenni, e trasferirli in eliambulanza all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove uno è poi morto.