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Inventa una rapina per appropriarsi dei fondi: arrestata una direttrice delle Poste, il caso nel Crotonese

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Inventa una rapina per appropriarsi dei fondi: scatta l’arresto per una direttrice delle Poste di Caccuri, in provincia di Crotone. L’indagata è accusata di peculato e simulazione di reato. I fatti sono avvenuti nella mattinata odierna, martedì 10 dicembre.

Crotone, arresto di una direttrice delle Poste

Ha architettato una rapina a mano armata per sottrarre il denaro dall’ufficio postale: questa è l’accusa rivolta a Lucia Sottile, 52 anni, ex direttrice delle Poste di Caccuri, nel Crotonese. Questa mattina è stata posta agli arresti domiciliari in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Crotone, su richiesta della Procura della Repubblica locale, al termine di un’attenta indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Petilia Policastro.

Le indagini

L’ex direttrice è accusata di peculato e simulazione di reato. Contestualmente, è stato disposto un sequestro preventivo per equivalente di circa 30mila euro, somma che si sarebbe appropriata. La falsa rapina è avvenuta l’11 novembre dello scorso anno, precisamente nella tarda mattinata di un sabato in cui l’ufficio postale di Caccuri, situato in una zona periferica del paese, era deserto. La donna aveva contattato i carabinieri sostenendo di essere stata vittima di una rapina perpetrata da quattro individui mascherati e armati di fucile.

La falsa testimonianza

Ai militari aveva raccontato di aver ricevuto una telefonata sull’utenza fissa dell’ufficio postale, durante la quale un uomo con accento locale l’aveva minacciata, descrivendo anche i luoghi di lavoro dei suoi figli. L’uomo le aveva ordinato di prelevare tutti i soldi dalla cassaforte, di metterli in una busta e di portarli all’esterno dell’edificio, per poi rientrare subito dopo. La direttrice aveva spiegato di aver seguito le istruzioni dei rapinatori perché colta dal panico.

I militari hanno ottenuto i filmati delle telecamere di sorveglianza sia dell’ufficio postale che delle abitazioni circostanti. Tuttavia, alcuni aspetti della versione fornita dalla donna risultavano ambigui e poco credibili, il che ha portato all’avvio di indagini approfondite, comprese intercettazioni telefoniche e ambientali. A mettere in difficoltà la direttrice è stata una presunta telefonata ricevuta al telefono fisso dell’ufficio postale da uno dei rapinatori.

L’arresto

Dall’analisi dei tabulati è emerso che, durante l’orario indicato dalla donna, l’unica chiamata ricevuta dall’ufficio era quella di un’anziana signora che richiedeva informazioni sul pagamento di una bolletta, confermato anche dalla stessa signora ai militari. Durante i sopralluoghi effettuati all’interno dell’ufficio postale, gli investigatori dell’Arma hanno verificato che la direttrice non avrebbe potuto vedere in alcun modo gli uomini all’esterno dell’edificio, né tantomeno notare i fucili impugnati dai rapinatori.

Un elemento cruciale è stata l’analisi dei sistemi di videosorveglianza dell’ufficio postale, che ha consentito di identificare l’ingresso di una donna nell’edificio nei medesimi istanti in cui si sarebbe verificata la rapina. Interrogata dai carabinieri, la donna ha affermato di non aver notato alcun individuo travisato all’esterno dell’ufficio, né di aver osservato comportamenti sospetti da parte della direttrice, la quale, proprio mentre conversava con la signora, avrebbe dovuto ricevere la chiamata dal rapinatore.

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