Scienza e Tecnologia

Cuba con 5 vaccini Covid (e un sesto anti-variati insieme alla Cina): “A giugno i risultati”

Con il nuovo Pan-Corona, progettato con i ricercatori di Yongzhou, salgono a sei i candidati vaccini anti Covid su cui stanno attualmente lavorando i centri di ricerca a Cuba. Due sono ormai in fase avanzata di sperimentazione: Soberana 02 e Abdala, entrambi con dati promettenti.

Cuba investe su vaccini anti Covid: che cosa sappiamo

Nonostante la crisi economica causata da 60 anni di embargo degli Stati Uniti, Cuba si prepara a stabilire un record,  perché (se tutto andrà secondo i piani), l’Isola diventerà il primo Paese latinoamericano ad avere un proprio vaccino anti-Covid. Vicente Vérez Bencomo, direttore generale dell’Istituto Finlay all’Avana, pensa che ci siano buone possibilità di arrivare al primato con Soberana 02, il candidato più avanti nella sperimentazione, entrato lo scorso 8 marzo nella terza e ultima fase di test su 44mila persone, una parte delle quali sta ricevendo un placebo. “A causa dell’urgenza, stiamo anche conducendo un altro test di efficacia su 75mila persone senza placebo – spiega in un’intervista rilasciata a Nature – . Poiché non tutte le persone vengono vaccinate contemporaneamente, coloro che aspettano di ricevere il vaccino fungeranno da gruppo di controllo”. Eticamente, dice Vérez Bencomo, è troppo tardi per lanciare nuovi studi controllati con placebo a Cuba, perché i casi di Covid-19 sono in aumento. “Quindi, per testare Soberana 01, stiamo progettando un protocollo per confrontarlo con Soberana 02, invece di usare un placebo. Attendiamo l’approvazione dell’autorità nazionale di regolamentazione di Cuba per iniziare i test di fase II”.

Soberana 01, Soberana 02 e Soberana Plus

Soberana 01 e Soberana 02 sono entrambi vaccini basati su subunità proteiche della proteina Spike di SarsCov-2 ma differiscono per la strategia utilizzata nella formulazione. Soberana 02 è vaccino “coniugato”, ovvero che combina un antigene più debole con uno più forte in modo da stimolare una risposta immunitaria più vigorosa. Per svilupparlo, i ricercatori dell’Istituto Finlay hanno abbinato frammenti della proteina Spike a una forma disattivata di tossina tetanica, un potente antigene già impiegato con successo dallo stesso istituto per due vaccini che si utilizzano nei bambini contro lo pneumococco e contro il batterio emofilo dell’Influenza (Haemophilis influenzae).

Soberana 01 è invece un vaccino non coniugato, contenente coppie di frammenti di proteine Spike nonché componenti delle membrane esterne del meningococco, e sviluppato con un approccio analogo a quello impiegato per il vaccino antimeningococcico Va-Mengo B-C, un prodotto ampiamente utilizzato a Cuba e nel resto del mondo. “Abbiamo anche avviato un trial con 450 convalescenti, che hanno superato l’infezione da coronavirus o che erano asintomatici – precisa Vérez Bencomo – . In questi stiamo testando Soberana Plus, una dose di richiamo che contiene frammenti di proteine Spike, progettata per stimolare nuovamente l’immunità derivata da una precedente infezione”.

Abdala, Mambisa e il vaccino anti-varianti con la Cina

Anche per Abdala, uno dei due vaccini sviluppati dal Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie (CIGB) di Cuba, lo scorso 22 marzo è cominciata la fase 3 di sperimentazione su oltre 48mila volontari. Basato su subunità proteiche con uno schema vaccinale di due o tre dosi somministrate per via intramuscolare, ha superato con successo i primi test clinici, mostrando sicurezza e tollerabilità. Parallelamente, procedono anche i test di Mambisa, il vaccino sotto forma di spray nasale che può essere utilizzato nei convalescenti o come dose di richiamo di altri vaccini.

Induce immunità sistemica e a livello di mucosa, oltre al fatto che ha dimostrato sicurezza e poche reazioni avverse nella prima fase di sperimentazione” ha spiegato Gerardo Guillén Nieto, il direttore della ricerca biomedica del CIGB che, attualmente, sta inoltre lavorando alla progettazione di un ulteriore vaccino, insieme al Centro di ricerca e sviluppo di Yongzhou, nella provincia di Hunan, in Cina, chiamato Pan-Corona, in grado di indurre una risposta immunitaria contro le nuove varianti del coronavirus. “Alla base della formulazione, alcune parti del virus che sono maggiormente conservate e non così esposte alla mutazione per produrre anticorpi, compresi quelli diretti alle risposte cellulari – indicano gli sviluppatori su BMJ – . È una strategia che potrebbe proteggere dalle emergenze epidemiologiche di nuovi ceppi di Coronavirus che possono originarsi in futuro”.


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