Cronaca

Danni alla colonna vertebrale per una manovra sbagliata dell’osteopata a Mestre, l’odissea di Umberto: “Rischiavo la paralisi”

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Umberto Billo

Danni alla colonna vertebrale per una manovra sbagliata dell’osteopata all’osepdale dell’Angelo di Mestre, l’odissea vissuta dal 70enne Umberto Billo: «Rischiavo la paralisi». L’anziano, ex infermiere in corsia durante il periodo del Covid, avrebbe potuto perdere l’uso delle gambe a causa di un comportamento negligente.

Danni alla colonna vertebrale per una manovra sbagliata dell’osteopata a Mestre, l’odissea di Umberto

«Un osteopata con una manovra errata mi stava per lasciare paralizzato a vita, sono rinato grazie alla competenza del personale dell’ospedale dell’Angelo di Mestre»: lo racconta Umberto Billo, 70 anni, ex infermiere in servizio come volontario durante gli anni della pandemia, prima nell’effettuazione dei tamponi e poi nella somministrazione dei vaccini. L’anziano avrebbe potuto perdere l’uso delle gambe a causa di un comportamento negligente da parte di un osteopata.

«Soffro da anni di ernie e di restrizione del canale vertebrale – racconta -, e ultimamente provavo così tanto dolore da faticare a camminare. Purtroppo, con l’estate e pochi dottori disponibili, mi sono affidato a un osteopata che fa manipolazioni della colonna vertebrale che ha lo studio a Venezia e a Mestre: non lo conoscevo, ma era l’unico disponibile a trattarmi. Un professionista privato, sottolineo, che quindi ho pagato, illudendomi di avere un trattamento migliore rispetto al pubblico. Così non è stato, anzi: purtroppo la stimolazione che mi ha fatto ha peggiorato la situazione facendo uscire ancora di più le ernie e rischiando di danneggiare la colonna vertebrale. Sono entrato nel suo studio che camminavo, a fatica e con le stampelle ma camminavo, sono uscito che non sentivo più le gambe ed ero praticamente paralizzato. Questo osteopata non ha ritenuto necessario mandarmi direttamente in pronto soccorso, perché la situazione era già grave, è intervenuto ugualmente e il risultato è stato che rischiavo di perdere l’uso delle gambe, oltre al controllo di vescica e sfintere». Billo però sta male e preoccupato arriva in ospedale dove viene subito ricoverato in Neurochirurgia e sottoposto, il giorno dopo, a un intervento chirurgico.

Il racconto

«All’Angelo me l’hanno detto chiaramente che mi hanno preso per i capelli: ancora qualche ora e le conseguenze sarebbero state permanenti. Ho passato dei momenti veramente brutti, ho sofferto molto e il post operatorio sarà duro. Però, nonostante la sofferenza, mi sono sentito veramente accolto da tutte le persone che lavorano in ospedale e che vorrei ringraziare uno ad uno: il dottor Giorgio Stevanato, il direttore U.o.c. dottor Luca Basaldella e tutta l’èquipe medica che mi ha seguito nel post operatorio con assoluta gentilezza, disponibilità e generosità, incluso il medico anestesista, il medico fisiatra e la fisioterapista. Ringrazio anche la dottoressa Marina Paties, che mi ha convinto a chiamare il 118 dopo la manipolazione dell’osteopata. Voglio sottolineare anche il trattamento umano, altamente professionale, gentile, premuroso, materno e affettuoso, sempre disponibile avuto da tutto il personale infermieristico, Oss, coordinatrice infermieristica e tutte le altre figure professionali che mi hanno accudito in questi dolorosi giorni. Sono, credetemi, commosso da tanta eccellenza ad ogni livello. Ringrazio anche il nostro direttore generale Edgardo Contato. Solo il pubblico dà certe garanzie: da esperienze come la mia si evince l’importanza di una sanità pubblica che guarda al paziente e non al profitto. Il comportamento dell’osteopata privato è stato negligente, avrebbe dovuto chiedere un consulto o dirmi di rivolgermi al 118 dopo aver constatato come stavo e aver visto le mie cartelle. Mi auguro che il professionista che mi stava rovinando non abbia già commesso o non commetta in futuro atti dannosi su altri pazienti».

Mestre