Grande spettacolo su Rai1 nella prima serata di martedì 11 maggio. Carlo Conti infatti conduce la 66esima edizione dei Premi David di Donatello, in diretta dalle 21.25, con la regia di Maurizio Pagnussat. La cerimonia, che si svolgerà alla presenza dei candidati di tutte le categorie, sarà trasmessa dagli storici studi televisivi Fabrizio Frizzi e dal prestigioso Teatro dell’Opera di Roma.
Quest’anno Giorgio Diritto con il suo Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, detiene il primato delle nomination con 15 candidature. Il film dedicato è alla vita di Antonio Ligabue, interpretato da Elio Germano. Lo seguono a ruota Hammamet di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino (14), Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo (13). A pari merito, Miss Marx di Susanna Nicchiarelli e L’incredibile storia dell’Isola delle Rose di Sydney Sibilia con 11 nomination. Il David alla Carriera andrà a Sandra Milo, i due David Speciali a Monica Bellucci e a Diego Abatantuono e il David dello Spettatore a Tolo Tolo di Checco Zalone, il film che ha incassato di più al botteghino italiano degli ultimi due anni. Silvia Angeletti, Ivanna Legkar e Stefano Marongiu hanno lottato per la ripresa delle attività cinematografiche durante la pandemia e riceveranno 3 targhe denominate David 2021.
David di Donatello 2021 critiche
Ancora prima che i David di Donatello vengano assegnati, c’è chi ha da ridire sul cinema italiano. Si tratta del regista Gabriele Muccino, in gara con il film Gli anni più belli in tre categorie: migliore attrice protagonista a Micaela Ramazzotti, miglior canzone originale e David Giovani. Il regista ha deciso ad abbandonare la giuria del premio perché “non mi riconosco nei criteri di selezione che da anni contraddistinguono quello che era un tempo il premio più ambito dopo l’Oscar”.
La critica di Muccino è volta a denunciare i film italiani sempre più “commerciali”. Secondo il regista le nomination di quest’anno sono la prova che il cinema italiano sta effettivamente perdendo credibilità: il film come Favolacce dei fratelli D’Innocenzo, a suo parere è sopravvalutato. Gabriele Muccino ha pubblicato un post sul suo profilo ufficiale Instagram in cui critica un sistema di assegnazione delle statuette non del tutto trasparente. “Non mi presenterò più nelle categorie di Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura, in futuro” è la chiosa di Muccino che, in cuor suo, spera che il cinema italiano possa tornare a competere con quello internazionale “il prima possibile”.