Bar, locali notturni, discoteche, sale giochi e stabilimenti balneari dovranno esporre in modo ben visibile un codice di condotta a cui i clienti dovranno attenersi. Lo prevede il nuovo decreto firmato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento punta a rendere i gestori maggiormente responsabili nella gestione dell’ordine pubblico, con una serie di obblighi che spaziano dall’installazione di sistemi di videosorveglianza all’illuminazione adeguata degli spazi, fino alla nomina di un responsabile della sicurezza in contatto diretto con le forze dell’ordine.
Cosa prevede il Codice di Condotta del Decreto Piantedosi
Tra le linee guida definite dal decreto è delineato il comportamento del cosiddetto “cliente modello”. Questi non deve introdurre armi o oggetti pericolosi (salvo giustificato motivo), né utilizzare spray urticanti, consumare droghe o alcolici non acquistati nel locale. Inoltre, deve evitare di danneggiare arredi e dispositivi antincendio, ostruire le uscite di sicurezza, abbandonare rifiuti nei pressi dell’esercizio e tenere comportamenti molesti o che disturbino la quiete pubblica. Questo decalogo, obbligatoriamente esposto all’interno dei locali e sui loro siti web, diventerà la base per negare il servizio a chi non si adegua.
Ai gestori spetta una serie di nuovi obblighi: installare telecamere di videosorveglianza, garantire un’illuminazione adeguata degli spazi e nominare un responsabile della sicurezza. A loro carico è anche la vigilanza sui minorenni, con l’obiettivo di prevenire il consumo di alcolici e il gioco d’azzardo da parte di under 18. Tra le proposte per agevolare i controlli, il decreto suggerisce l’utilizzo di un timbro lavabile, applicato in un’area visibile del corpo, che identifichi i minorenni.
Un sistema premiale è previsto per incentivare la collaborazione tra forze dell’ordine e gestori: nel caso in cui si verificassero episodi di disordine in un locale che rispetta le linee guida, l’esercente potrà evitare sanzioni come la sospensione o la revoca della licenza.
Le critiche
Nonostante alcune fonti del Viminale abbiano definito il decreto come frutto di una “larga condivisione” con il settore, le reazioni dei rappresentanti degli esercenti sono state per lo più negative. Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, ha dichiarato: “È inaccettabile scaricare sulle nostre spalle responsabilità che spettano allo Stato”. Secondo Banchieri, le nuove regole comportano oneri difficilmente sostenibili e costringono i gestori a occuparsi di questioni che dovrebbero essere affidate alle forze dell’ordine.
Anche Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera, ha criticato duramente il provvedimento, definendolo “un inquietante scenario liberticida”. Zaratti ha sottolineato che «esiste già il Codice penale» e che non vi è necessità di nuovi protocolli emanati dal Ministero dell’Interno.