Il Cdm per l’approvazione del decreto Sostegni è iniziato con tre ore di ritardo. In un primo momento era stato convocato per le 15, ma lo stallo sul condono fiscale ha fatto slittare alle 18.30 l’avvio dei lavori.
A dividere le forze della maggioranza è lo stralcio delle cartelle che, stando all’ultima bozza dovrebbe riguardare tutte quelle fino a 5mila euro e per il periodo 2000-2015. Un intervento contestato da Pd e Leu, ma che invece viene ritenuto ancora troppo poco incisivo da Lega, Fi e parte del M5s.
Decreto Sostegni: Cdm inizia con tre ore di ritardo
A protestare oggi in particolare, secondo quanto riferito da fonti ministeriali alle agenzie, è stata la delegazione del Carroccio: i leghisti hanno addirittura minacciato di non partecipare al Cdm e poco prima dell’inizio della riunione, c’è stato un incontro tra Mario Draghi e la delegazione della Lega. La proposta di mediazione del presidente del Consiglio – ovvero lo stralcio per le cartelle con un reddito che non superi i 30mila euro, e fino al 2011 al massimo sarebbe stata rifiutata dal partito di Matteo Salvini, che vuole un intervento più incisivo.
Cancellate le cartelle fino a 5mila euro
In sintesi, lasciare quanto meno la proposta iniziale: un colpo di bianchetto per tutte le cartelle fino a 5mila euro, fino al 2015, senza distinzione di reddito. Che però vedrebbe le perplessità del presidente del Consiglio – oltre che di Leu e parte del Pd – su quello che già in molti etichettano come un vero e proprio condono fiscale. Anche i ministri azzurri, raccontano fonti governative, avrebbero chiesto un intervento più deciso per lo stop alle vecchie cartelle esattoriali. Ma si starebbero battendo con forza anche per avere la decontribuzione lavorativa per gli agricoltori.
La proposta di Lega e Forza Italia
Lega e Forza Italia sostengono che il condono è una semplice “pulizia del magazzino fiscale”, necessaria per ridurre la zavorra da circa 1000 miliardi di crediti non riscossi che ingolfa l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Ma, come dimostra la stessa relazione tecnica del decreto, cancellare tutte le cartelle sotto i 5mila euro risalenti al periodo 2000-2015 non svuoterebbe affatto il magazzino.
Verrebbero eliminate solo 61 milioni di cartelle su oltre 130 milioni e in pancia all’agente della riscossione resterebbero 75 milioni di ruoli per un valore contabile di 929 miliardi. Risultato ben diverso si otterrebbe, fanno notare Pd e Leu, stralciare le cartelle davvero inesigibili, che sono circa il 90% del totale: non sarebbe un condono e in pancia all’Agenzia resterebbero solo i crediti ancora recuperabili.