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Evade dal carcere di Avellino: detenuto avvantaggiato dalla disastrosa situazione delle carceri italiane

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Un detenuto è evaso dal carcere di Avellino e si è dato alla fuga. Successivamente da lì a poco è stato riacciuffato.

Detenuto evaso dal carcere di Avellino: è stato riacciuffato

Protagonista è un detenuto ventiseienne di origini salernitane trasferito ad Avellino al penitenziario di Contrada S. Oronzo dal carcere di Salerno, a seguito di un provvedimento di trasferimento cd. ordine e sicurezza. Pare che anche a Salerno si sia reso responsabile di una tentata evasione. Il soggetto ubicato presso il reparto penale, approfittando della scarsa presenza di personale di polizia penitenziaria in servizio, è uscito dalla sezione e varcando i vari cancelli (incustoditi per mancanza di personale) e sfruttando la sua abilità a scavalcare, saltare e arrampicarsi si è dato alla fuga. Da lì a poco è stato dato l’allarme e prontamente l’esiguo personale che si trovava in servizio, incluso quello che terminava il turno a mezzanotte, si è messo subito alla ricerca del fuggiasco.

Tutti i colleghi impegnati hanno battuto palmo a palmo il territorio circostante al carcere e successivamente hanno scovato l’evaso in una zona di campagna adiacente al penitenziario. Arrestato dal personale di polizia penitenziaria il soggetto è stato riassociato al carcere di Bellizzi a disposizione dell’A.G..

Il Segretario Generale Provinciale dell’UilPA Polizia Penitenziaria, Franco Volino denuncia la situazione drammatica delle carceri italiane, con un occhio particolare a quella di Avellino: “Al poco personale di polizia penitenziaria si affianca un sovraffollamento di circa 150 detenuti. Il poco personale operante è costretto a ricoprire anche due tre posti di servizio con turni anche di dodici ore; nonostante tutto i pochi colleghi cercano di portare avanti il loro mandato istituzionale con tanti sacrifici e con tanto spirito di dedizione. E’ per questo motivo che noi temiamo non potrà sempre finire bene. Servono cambiamenti radicali, riforme strutturate destinate a perdurare nel tempo, affinché si ponga fine alla infinita serie di problematiche che coinvolgono l’intero sistema penitenziario della nostra penisola”.

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