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Terremoto nel Pd dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti, nessun ripensamento in vista

Dopo lo “shock” iniziale, seguito alle dimissioni del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è lo stesso presidente della Regione Lazio a fare chiarezza sulla sua decisione. Questa mattina l’ormai ex segretario, ha parlato con i giornalisti e ha risposto a Salvini, che ieri aveva espresso preoccupazione relativamente al sostegno del Pd all’Esecutivo Draghi.
Nessun ripensamento, ha detto Zingaretti, solo un “passo laterale”: il partito rimarrà saldo nelle sue posizioni per quanto riguarda il sostegno al Governo Draghi, che non verrà a mancare.

Dimissioni Nicola Zingaretti, nessun ripensamento: la risposta a Salvini

“Qualsiasi scelta farà l’assemblea la rispetterò”: con queste parole, l’ormai ex segretario del PD Nicola Zingaretti, ha spiegato ai giornalisti le ragioni della sua decisione, comunicata ieri con un messaggio sulla sua pagina social. “Il tema non è un mio ripensamento. Ma mi auguro che il mio gesto aiuti il PD a ritrovare la voglia di discutere anche con idee diverse ma con più rispetto e efficacia“, ha aggiunto.

Sostegno al Governo Draghi

“Salvini stia tranquillo, il governo Draghi è forte e solido, andrà avanti e troverà il Pd al 1000 per 1000 per portare avanti il programma” – ha ribadito Zingaretti – “Io ce l’ho messa tutta ma non c’è l’ho fatta a cambiare questo clima. Ho fatto un passo di lato, non scompaio”.

L’addio con un messaggio sui social

Il presidente della Regione Lazio ha annunciato ieri le sue dimissioni con un lungo messaggio sui social, che ha spiazzato tutti. Queste le sue parole “Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni. Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie”.

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