Dino Risi è nato il 23 dicembre 1916 a Roma. È stato un importante sceneggiatore e regista italiano tanto da essere classificato tra i principali esponenti della commedia all’italiana al fianco di Mario Monicelli e Luigi Comencini.
Si laurea in medicina ma non decide di dedicarsi a tale carriera perché troppo appassionato di cinema, la storia di Dino Risi. Tutto quello che c’è da sapere sulla carriera e la vita del noto regista.
Dino Risi, la vita e la carriera
Risi ha conseguito il percorso di studi presso il Liceo Classico a Milano, dopodiché si è laureato in Medicina. La famiglia del giovane Dino desiderava che egli svolgesse la professione di psichiatra. Ma Risi, nonostante il suo percorso di studi, si rifiuta di continuare tale percorso.
Spinto dalla sua forte passione per il grande schermo, inizia a lavorare nel cinema italiano. Inizialmente svolge alcuni lavori in qualità di aiutante per i registi Alberto Lattuada e Mario Soldati.
L’esordio
Questa esperienza lo appassiona fortemente, tanto da realizzare il suo primo cortometraggio, Barboni, nel 1946. Successivamente seguono: Tigullio minore (1947); Pescatorella (1947); Verso la vita (1947); Strade di Napoli (1947); Cortili (1947); Cuore rivelatore (1947); La provincia dei sette laghi (1948); 1848 (1948). Ma è con Buio in sala (1950), realizzato quando la città di Milano mostrava ancora i segni della guerra, tra macerie e detriti. Questa nuova produzione venne a costare duecentomila lire e fu acquistata da Carlo Ponti per due milioni.
Il successo
Dopo il successo, sopraggiunto grazie alla pellicola, Risi andò a vivere a Roma, dove collaborò per la pellicola Anna nel 1951. A 35 anni realizza il suo primo lungometraggio, intitolato Vacanze col gangster, che consacrò il debuttò cinematografico dell’attore Mario Girotti, a tutti noto con il nome d’arte Terence Hill.
La svolta arriva nel 1955 con la pellicola Pane, amore e… che narra tutte le comiche vicende del maresciallo Carotenuto, interpretato da Vittorio De Sica. L’anno seguente esce Poveri ma belli, commedia di grande successo e apprezzamento da parte del pubblico, tanto che vennero realizzati anche due sequel.
Nel 1959 fu la volta della pellicola Il vedovo con Alberto Sordi, che sarà presente anche in una parte drammatica nel film Una vita difficile. Nel 1962 esce La marcia su Roma che vede Vittorio Gassman nel ruolo di protagonista.
Seguono ulteriori pellicole di successo e negli anni ’70, Dino Risi, decide di incentrare i suoi film sul dramma psicologico, appartenenti a questo genere sono i film: Profumo di donna e Anima persa, entrambe ispirate alle opere di Giovanni Arpino e interpretate nuovamente da Gassman.
Lo straordinario successo di questi film porta alla realizzazione di un remake hollywoodiano, intitolato Scent of Woman (1992) con protagonista Al Pacino che vinse il Premio Oscar come miglior attore protagonista.
Dopo un periodo di crisi, il regista torna a collaborare con Ettore Scola per la realizzazione del film I nuovi Mostri (1977). Esce poi Fantasma d’amore (1981), Scemo di Guerra (1985) insieme a Beppe Grillo, ispirato al romanzo di Mario Tobino, Il deserto della Libia.
Gli ultimi lavori e la morte
Gli ultimi lavori del regista sono: Tolgo il disturbo, realizzato insieme a Vittorio Gassman e Giovani e belli (1996), pellicola che però non riscuote successo. Dino Risi è stato premiato con il Leone d’Oro alla carriera nel 2002, mentre, nell’anno 2004 è stata pubblicata la sua autobiografia intitolata I miei Mostri.
Il regista si è spento il 7 giugno 2008 a causa di una morte improvvisa. La convalescenza portò lo stesso Risi a richiedere l’eutanasia.
Curiosità
Sua moglie era la svizzera Claudia Mosca, la madre dei loro due figli, i registi Claudio (classe 1948) e Marco (1951), la lasciò un giorno all’improvviso per andare a vivere da solo nel residence Aldrovandi. Dino Risi ha vissuto in quel residence per circa 30 anni.
A stargli vicino fino alla morte è stata Léontine Snell, danzatrice e coreografa, per quasi 40 anni compagna di Dino Risi. Della loro relazione la coreografa affermò:
“È stato la figura paterna a cui appoggiarmi, il mio migliore amico, poi l’amante, più tardi un complice. Infine i ruoli si sono invertiti, sono diventata una figura materna quando ha iniziato a stare male. Dino non era semplicemente un solitario, era proprio misantropo. Perciò mi sono sentita onorata dalla sua scelta di stare con me”.