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Draghi firma il Dpcm, i dipendenti pubblici in presenza dal 15 ottobre

dipendenti pubblici tornano in presenza dal 15 ottobre. La modalità ordinaria di lavoro nelle Pubbliche amministrazioni dal 15 ottobre torna ad essere quella in presenza. Lo prevede il Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Dipendenti pubblici in presenza, si riparte dal 15 ottobre

Le Pa assicureranno che il ritorno in presenza avvenga in condizioni di sicurezza, nel rispetto delle misure anti Covid-19. Ma quali sono le regole sul green pass obbligatorio al lavoro per piccole e grandi aziende? Qual è la differenza tra l’avere più di 15 dipendenti o meno? Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere dalla sospensione alla sostituzione.

Green pass obbligatorio al lavoro, cosa cambia tra piccole e grandi aziende

La differenza tra piccole e grandi aziende in merito al green pass al lavoro obbligatorio riguarda principalmente le conseguenze in cui incorrono i lavoratori che non presentano la certificazione verde.

Nuove regole che entreranno in vigore dal 15 ottobre grazie al decreto approvato approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 16 settembre e ora in Gazzetta Ufficiale, regole che generano comunque dubbi e domande, specie per la sospensione dei lavoratori inadempienti delle aziende con meno di 15 dipendenti e la loro sostituzione.

Vediamo allora qual è differenza sul green pass al lavoro per piccole e grandi aziende.

Green pass al lavoro: differenza tra piccole e grandi aziende

Il green pass al lavoro dal 15 ottobre non sarà soggetto alle stesse regole per grandi e piccole aziende, laddove sarà obbligatorio sia per dipendenti pubblici e privati, ma anche per partite IVAcolf e badanti.

Il lavoratore che non esibisce il green pass in azienda dal 15 ottobre viene considerato assente ingiustificato. L’assenza ingiustificata determina la sospensione dello stesso stipendio.

La differenza tra piccole e grandi aziende sta proprio nel quando scatta la sospensione del lavoratore considerato assente ingiustificato. In particolare:

  • nelle aziende grandi con più di 15 dipendenti, così come nel settore pubblico, il dipendente dal primo giorno viene considerato assente ingiustificato, viene sospeso lo stipendio, e quindi lo stesso non potrà lavorare;
  • nelle aziende piccole con meno di 15 dipendenti la sospensione scatta a decorrere dal quinto giorno di assenza e si prevede la sostituzione.

Per i giorni di assenza ingiustificata lo stipendio non è dovuto, né altro compenso o emolumento anche nelle piccole aziende.

Nella piccola azienda con meno di 15 dipendenti il lavoratore senza green pass può essere sospeso per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a 10 giorni “rinnovabili per una sola volta, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021.” La sostituzione quindi dura 20 giorni, una modifica questa alle prime disposizioni contenute nel testo approdato in Consiglio dei Ministri la scorsa settimana.

Ricordiamo che il lavoratore che non ha il green pass al lavoro, nelle piccole come nelle grandi aziende, viene considerato assente ingiustificato, ma non licenziato. Dal decreto in Gazzetta Ufficiale è stato espunto il termine «sospensione» (sostituito da assenza ingiustificata) per uniformare l’istituto dell’assenza ingiustificata al contenuto della maggioranza dei contratti collettivi.

Green pass al lavoro e 10 giorni di sospensione nelle piccole aziende: primi chiarimenti

Le nuove regole sul green pass al lavoro nelle piccole aziende con meno di 15 dipendenti determinano che in caso di sospensione del lavoratore inadempiente lo stesso debba essere sostituito per un periodo non superiore ai 10 giorni, rinnovabili per una sola volta, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021.

Ma cosa accade se il dipendente sospeso decide comunque di non vaccinarsi o di non effettuare il tampone al fine di ottenere il green pass?

Se al decimo giorno il lavoratore inadempiente titolare del posto di lavoro non ha ancora il green pass la sua sospensione continua e il contratto di sostituzione si può rinnovare o è possibile stipularne uno nuovo.

Il lavoratore mantiene il posto di lavoro, ma resta sospeso fino a quando non ottiene il green pass. Questa regola per le piccole aziende, che pone una differenza con le grandi aziende, è stata fatta per agevolare attività come i bar che hanno pochi dipendenti. Il lavoratore può essere sostituito e l’attività continuare. Le piccole imprese temono tuttavia che la possibilità di stipulare contratti non risolva il problema dal momento che trovare lavoratori in poco tempo non è semplice.

Le multe

Per quanto riguarda le sanzioni pecuniarie queste sono le medesime nelle piccole e nelle grandi aziende:

  • multa da 600 a 1.500 euro per chi lavora senza green pass;
  • multa da 400 a 1.000 euro per chi non effettua i controlli.

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