Si chiama “Vatican Girl” il documentario sulla scomparsa di Emanuela Orlandi prodotto da Raw che Netflix manderà in onda a partire dal 20 ottobre in quattro puntate. Scritto e diretto da Mark Lewis, vedrà la partecipazione di Pietro Orlandi, fratello della cittadina vaticana, e del giornalista investigativo Andrea Purgatori.
Netflix: il documentario sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Il documentario Netflix arriverà il 20 ottobre sulla piattaforma di streaming. Si tratta di uno dei casi più oscuri dello stato del Vaticano. Ecco quindi una rassegna delle più importanti tesi sulla cittadina vaticana e sul suo destino. Ci saranno anche delle confutazioni delle indagini. Non mancheranno tanti errori di valutazione commessi negli anni da chi indagava.
La storia della scomparsa
È il 22 giugno del 1983. Emanuela esce, in ritardo, da Porta Sant’Anna per andare a seguire una lezione alla scuola di musica Ludovico da Victoria in piazza Sant’Apollinare, a due passi da piazza Navona e dal Senato della Repubblica. Arriva quando la lezione è già iniziata. Ma prima di uscire verso le 19 (o prima di entrare a lezione, secondo altre fonti) telefona a casa. Chiede dei genitori che però non sono in casa e allora racconta quello che le è appena successo alla sorella Federica. Un uomo l’ha fermata per strada e le ha promesso una somma altissima (375mila lire dell’epoca) per distribuire prodotti Avon dalle Sorelle Fontana al Salone Borromini.
Federica racconta che l’uomo ha detto alla sorella che si presenterà all’uscita per avere una risposta. E che lei consiglia subito alla ragazza di lasciare perdere perché la storia appare abbastanza strano e un compenso del genere è troppo alto per non essere sospetto. All’uscita di scuola, come racconterà l’altra sorella Natalina nel verbale che raccoglie la prima denuncia di scomparsa, Emanuela si intrattiene con un’alunna della scuola che si chiama Raffaella Monzi. Quando arriva il bus non sale perché, dice, aspetterà l’uomo della Avon.
Secondo un’altra versione con lei c’è anche Maria Grazia Casini. Emanuela aspetta l’autobus 70 fino alle ore 19.20 ma poi non ci sale. Rimane lì con un’altra ragazza che si chiama Laura Casagrande. Con lei cammina su Corso Rinascimento in direzione di Corso Vittorio Emanuele. La compagna di scuola si volta indietro e nota che Emanuela è rimasta indietro. A un certo punto non la vede più. Da quel momento Emanuela scompare. Prima, secondo il racconto di alcuni testimoni, era successo qualcos’altro.
Primi avvistamenti, dubbi e indagini
Su sollecitazione dei parenti e degli amici che ci avevano parlato prima, il vigile urbano Alfredo Sambuco si presenta alla polizia per dire che ha visto una ragazza molto somigliante a Emanuela che parlava con un uomo di circa 35 anni che guidava una Bmw di un colore particolare: verde tundra. Lui è in servizio a Palazzo Madama e sostiene che l’uomo abbia una borsa con la scritta Avon. Anche il poliziotto Bruno Bosco conferma: anche lui riesce a vedere la borsa con la scritta Avon. E per entrambi vale la stessa domanda: come è possibile, a metri di distanza, riuscire a leggere la scritta su una borsetta? Nel documentario Netflix troveremo risposte a questi quesiti e anche tante indagini fatte nel corso di circa quarant’anni, tra errori e scoperte sconcertanti!