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Giulia Cecchettin, il dolore di nonna Carla: “Resterà la mia bambina”

È ancora forte il dolore della nonna di Giulia Cecchettin per la perdita della nipote adorata: “Era la mia bambina. A lei dedicherò il mio prossimo libro, bisogna dare ai figli più amore e meno vestiti firmati”.

Giulia Cecchettin, il dolore di nonna Carla e la dedica del libro

Resterà per sempre la sua bambina e probabilmente è dedicato a lei il suo secondo romanzo. Scrittrice autodidatta, pittrice e socia del Circolo culturale Arti decorative di Rovigo, Carla Gatto (la nonna di Giulia) ha presentato ieri nella sala della Pescheria nuova del capoluogo polesano il suo libro “Con lo zaino in spalla e…”. L’evento è stato organizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e, inevitabilmente, era legato al destino tragico della nipote di 22 anni.

Il dipinto che è l’immagine di copertina del suo romanzo d’esordio, nonna Carla l’aveva dedicato alla mamma di Giulia, scomparsa un anno fa: “Ricordo che quando sono andata a trovarla gliel’ho raccontato a grandi linee. E m’ha detto: “Eh sì Carla, quando torno lo leggo”. È stato il mio modo di dire che l’ho amata molto quella ragazza. Forse il prossimo libro lo dedicherò alla mia bambina, che con molto dolore mi manca…”.

Il libro

La protagonista del libro deve affrontare anche lei la violenza di un uomo, il patrigno. Sono la forza, la speranza e la caparbietà a guidare Emma fino al ritorno a casa. Ritorno che diventa anche il modo di trovare l’amore vero. Mentre il libro parla di libertà, violenza e riscatto, perché “neppure una pallottola a volte può fermare la voglia di felicità e amore. C’è ancora luce nel mio cuore – dice Emma nelle pagine finali – e tanta vita che batte alla mia porta”, purtroppo non è successo anche nella realtà quel tragico sabato di novembre. “Giulia l’aveva iniziato a leggere. Ma la storia di Giulia non è quella di Emma: il dolore che ho adesso è un macigno sul cuore. Questo libro, fatalità, sembra che rispecchi qualcosa, questo atteggiamento verso le donne di certi maschi. Di certi maschi eh. Ci sono persone buone e cattive sia tra i maschi sia tra le femmine”.

“Diciamo che – ha continuato Carla Gatto – un po’ richiama la storia, anche se non è uguale assolutamente. Quella di Emma è una storia, e quella che sto vivendo no”. Nonna Carla ha poi parlato dell’importanza di dare amore ai propri figli. “Ai figli si dà una parte del nostro tempo. Non si dedica la parte principale. Quando un padre dice “Io ho dato tutto” – ha chiesto Carla Gatto – cosa ha dato? Una macchina, un vestito firmato, divertimento, ti ho fatto andare a scuola? Tutte cose importanti, per carità. Ma se manca amore, se manca la conoscenza dell’animo del figlio che hai, a cosa servono? Sono superficialità. È per questo che in tante famiglie ci sono certi casi. La vita che facciamo non è più quella di 50 anni fa: bisogna correre, bisogna fare, e non si è mai contenti. Per cui dimentichiamo e siamo diventati individualisti. I figli sono lasciati un po’ così. Non sono psicologo, ma secondo me – ha aggiunto -, più che un vestito o un giubbotto firmato bisogna dare ai figli una bella dose di amore. E di conoscenza. Se no i figli, poi, non hanno il coraggio di confidarsi con i genitori quando si sentono un po’ allo sbaraglio e soli. Allora si aggrappano a qualcosa. A cosa? Alla prima persona che gli dà un po’ di amore. Quella persona diventa vitale: senza non riescono a vivere. Di conseguenza, davanti a un “No”… Succede di tutto”.

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